Skip to main content
Apri filtri

FILTRA PER PREZZO

Tag: I classici della letteratura di mare

Stilare una classifica che elenchi i classici della letteratura di mare sarebbe impossibile… Probabilmente sarebbe anche opinabile e ingiusto. De gustibus non disputandum est!

La letteratura mondiale ci ha donato, nel corso dei secoli, un numero considerevole di opere straordinarie; storie da leggere tutte d’un fiato, avventure mozzafiato, esplorazioni mirabolanti, navigazioni introspettive… Generi e stili diversi creati e adoperati da molteplici scrittori, alcuni dei quali sono entrati nella storia!

Diciamo solo che ogni vero amante del mare, ogni velista, ogni surfista, ogni subacqueo, ogni lupo di mare, grande o piccino, dovrebbe leggere i classici della letteratura di mare, almeno una volta nella vita.

Di seguito troverete una serie di consigli utili a cura dei librai della Libreria del Mare di Milano per regali senza tempo o per completare la vostra biblioteca di bordo (o di casa)!

Robinson Crusoe, il naufrago più famoso

Robinson Crusoe

Cari lettori, una nota di folklore nell’articolo di oggi: da poco è iniziata l’ennesima edizione dell’Isola dei famosi, programma che sicuramente vi sarà capitato, per scelta o per sbaglio, di vedere almeno una volta nella vita. Niente di nuovo sotto il sole e non solo perché questo programma va in onda da vent’anni (!), ma perché la storia del naufrago in condizioni di disagio è in auge almeno dal 1719, anno in cui Daniel Defoe pubblicò il suo romanzo Robinson Crusoe. Di lui parliamo in questo articolo.

L’AUTORE

Eclettico, dissidente, menzognero: tre aggettivi, tra i molti, che potremmo attribuire a Daniel Defoe, classe 1660. Defoe è stato tante cose: proviamo a metterle in fila. Imprenditore, padre (di 7 figli, che gli sono stati tolti!), infiltrato, collaboratore del governo, scrittore e giornalista. Soprattutto per queste ultime due viene ricordato ancora oggi e celebrato come padre del romanzo moderno. La sua rivista The Review, di cui era l’unico articolista, è entrata nella storia del giornalismo inglese. Autore di numerose (false) autobiografie di personaggi famosi, è anche la mente dietro il celeberrimo romanzo Robinson Crusoe. Insomma, un tipetto con tante cose da raccontare!

ROBINSON CRUSOE

Aveva già 58 anni, Defoe, quando scrisse Robinson Crusoe, eppure riuscì a creare un capolavoro, ricordato e studiato ancora oggi. La trama è piuttosto famosa, ma ricordiamola. Crusoe è un giovane uomo inglese che naufraga su un’isola deserta e deve lottare per la sopravvivenza. Per farlo utilizza la sua creatività e la sua intelligenza, costruendo utensili e strumenti utilizzando i materiali che trova sull’isola. Solamente dopo molti anni di solitudine Robinson incontra un’altra persona, un nativo chiamato Venerdì. Insieme, affrontano nuove sfide e pericoli, come i pirati che approdano sull’isola.

L’ISPIRAZIONE

Dicevamo che Defoe scrisse numerose autobiografie false; questa tecnica, se così vogliamo chiamarla, gli consentiva di vendere molte più copie delle sue opere, poiché Daniel scriveva principalmente per ripagarsi i numerosi debiti. Anche Robinson Crusoe contiene una sorta di biografia, quella di Alexander Selkirk, un sottufficiale della Royal Navy che visse da naufrago per oltre quattro anni, abbandonato dal suo equipaggio. La sua storia e le sue imprese divennero così celebri nel Regno Unito che si pensa siano state l’ispirazione per il personaggio di Robinson.

IL SUCCESSO DI ROBINSON CRUSOE

Robinson Crusoe è un romanzo illuminista, che rappresenta la lotta dell’uomo bianco contro la natura e la necessità di adattarsi a circostanze estreme per sopravvivere. In quanto chiara metafora della vita quotidiana, fatta di sfide da superare grazie al proprio ingegno, il romanzo è stato un grande successo al momento della sua pubblicazione e ha avuto un impatto significativo sulla letteratura inglese e mondiale. Tutte le storie di sopravvivenza che sono venute dopo (dal celebre Cast away a The Martian a tutte le opere apocalittiche con un solo sopravvissuto come protagonista) sono figlie di questo libro.

ROBINSON CRUSOE ALLA LIBRERIA DEL MARE

Anche le diverse edizioni del libro stesso si sono moltiplicate, negli anni. Alla Libreria del Mare potete trovarne un’ampia selezione, sia nella versione integrale sia in adattamenti per bambini. Per sapere quale edizione è quella più adatta alle vostre esigenze (e quali altri volumi collegati al capolavoro di Defoe abbiamo in libreria) non vi resta che passare a trovarci in negozio o cliccare qui.

Alessandro Baricco e il suo (oceano) mare

Alessandro Baricco

Cari lettori, in questo articolo su un classico della letteratura marinaresca (anzi, due nel caso specifico) dobbiamo fare una doverosa premessa: chi scrive ha particolarmente a cuore questi romanzi e il loro autore, quindi ci si perdonerà un po’ di trasporto! Oggi parliamo di Alessandro Baricco e dei suoi Oceano mare e Novecento

NOVECENTO

Forse il titolo di questo romanzo, che più esattamente è un monologo teatrale, non vi dice niente, ma siamo piuttosto sicuri che conosciate la storia che narra. Sì, perché è da quest’opera di Alessandro Baricco che Giuseppe Tornatore ha tratto ispirazione per il celeberrimo film La leggenda del pianista sull’oceano del 1998. Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento è un pianista, anzi è un bambino. Un bambino nato e cresciuto sul Virginian, un transatlantico. Su quella nave Danny muove i primi passi, ma soprattutto muove le dita sulla tastiera del pianoforte e diventa il pianista dell’Atlantic Jazz Band. A narrare la sua storia è Tim Tooney, che nella stessa band ha il ruolo di trombettista.

OCEANO MARE

Oceano mare, altro grande capolavoro di Baricco, non è un romanzo per tutti. Lo stile dell’autore è ostico, spesso non particolarmente scorrevole, ricco di figure retoriche. Anche graficamente può risultare difficile, perché l’impaginazione è originale in alcuni punti. Da questo punto di vista Novecento è certamente più abbordabile. Ma Oceano mare è, a modesto parere di chi scrive, uno dei romanzi più belli e struggenti della letteratura contemporanea. Suddiviso in tre libri (Locanda Almayer, Il ventre del mare e I canti del ritorno), racconta le vite dei personaggi che si incontrano alla Locanda Almayer e narra di come le loro storie, tutte apparentemente diverse e inconciliabili, abbiano un fil rouge ben chiaro. Il fil rouge, senza alcuna sorpresa, è il mare. E allora troviamo Plasson e Bartleboom che cercano uno la fine e uno l’inizio del mare; Elisewin e Ann Deverià che usano il mare come una cura; Adams (o Thomas) che nel ventre del mare ha visto orrori inimmaginabili e che racconta il suo incontro con il mare e con gli esseri umani che si trova intorno, in un passaggio di rara bellezza, che prende ispirazione dal quadro La zattera della medusa del pittore francese Théodore Géricault.

IL MARE

Ma il vero motivo per cui vi stiamo parlando di queste due opere di Alessandro Baricco nello specifico, cari lettori, è che in entrambe c’è un altro personaggio, uno che si pone al livello di tutti gli altri e che gioca un ruolo fondamentale nelle trame: il mare. L’Oceano mare di Baricco ha un ruolo attivo in entrambe le storie, è un personaggio che agisce, che interviene, che modifica il corso degli eventi. Come accade spesso nei romanzi marinareschi, anche in questo caso il mare non è una semplice ambientazione, non è uno sfondo, ma un elemento fondamentale che concorre a delineare il racconto.

ALESSANDRO BARICCO ALLA LIBRERIA DEL MARE

Oltre ai libri di Baricco in questione, vi segnaliamo che alla Libreria del Mare sono disponibili anche diversi poster di fotografie di fari di Philip Plisson, fotografo francese cui pare che Baricco si sia ispirato per il personaggio di Plasson, strambo pittore. Se volete qualche altro consiglio di lettura, non vi resta che continuare a seguire i nostri articoli o passare a trovarci in via Broletto a Milano!

Per saperne di più su Novecento, cliccate qui.

Se vi ha incuriosito di più Oceano mare, lo trovate qui.

Le opere di Philip Plisson, invece, sono tutte qui.

Alain Gerbault, l’eterno pellegrino

Alain Gerbault

Cari lettori, oggi non parleremo nello specifico di un solo classico della letteratura di mare, ma vi racconteremo la storia di un navigautore che ha scritto diversi libri durante il suo eterno pellegrinaggio tra un’isola e l’altra dell’Oceano Pacifico: molti di voi staranno pensando al celebre Bernard Moitessier, un mito per intere generazioni di velisti. Ma noi invece vi parleremo di un suo connazionale meno noto in Italia, ma non meno interessante da scoprire e da leggere: Alain Gerbault!

L’INSODDISFAZIONE LATENTE

Nato nel 1893 a Laval, nella Loira, Alain è figlio di una famiglia benestante e la sua condizione si rispecchia in quelle che sono state da sempre le sue passioni: il calcio, il tennis, la pesca e la caccia. Diventato ingegnere civile, viene arruolato come ufficiale aviatore durante la Prima Guerra Mondiale. Il suo talento per il volo è da subito molto evidente e alla fine della guerra viene decorato come eroe.  Lasciata l’aviazione, Alain Gerbault si dedica prima agli affari e poi al tennis, diventando un giocatore professionista. Pur eccellendo in quasi tutte le attività che intraprende (acrobazie aeree, ingegneria, tennis, bridge…) Gerbault sembra sempre insoddisfatto, sempre alla ricerca di qualcosa che gli manca.

L’INCONTRO CON IL MARE

È durante un viaggio in Inghilterra, a Southampton, in occasione di un torneo di tennis, che Alain incontra quella che sarà la sua compagna di viaggio più fidata per la prima volta. Si innamora del Firecrest, una vecchia imbarcazione inglese. Attratto dalla possibilità di fare lunghe traversate, decide di acquistarla e trascorre circa un anno a navigare nei pressi di Cannes. Due anni dopo, nel 1923 Gerbault salpa da Gibilterra per intraprendere il suo giro del mondo, che tra una tappa e l’altra (New York, Tahiti e altri loci amoeni) si conclude in Francia nel 1929.

I LIBRI DI ALAIN GERBAULT

L’impresa di Gerbault è racchiusa in tre testi che raccontano le diverse fasi del suo giro del mondo. Solo, attraverso l’Atlantico, Verso il sole e Sulla rotta del ritorno esplorano ogni dettaglio di quei sei anni di pellegrinaggio per mare, alla scoperta delle isole più belle del mondo ormai devastate dalla violenza del colonialismo.

Il vangelo del sole ripercorre il suo intero viaggio, mentre Le isole della bellezza è un inno alla Polinesia, terra di cui si innamora perdutamente. Quest’opera è sicuramente la più bella, la più felice, la più ricca di speranza, in totale contrapposizione a Polinesia, un paradiso che muore, che vuole essere una sorta di testamento, un’amara constatazione di quanto la crudele civiltà bianca abbia inciso sulla distruzione di questa terra.

GLI ULTIMI ANNI

Insofferente alla vita moderna, Alain Gerbault decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita in un infinito pellegrinaggio tra un’isola e l’altra, fedele a se stesso e al suo desiderio di bellezza e libertà. Speriamo di avervi incuriositi, cari lettori, con la storia straordinaria di questo personaggio tormentato e affascinante. Se volete saperne di più, come sempre, potete dare un’occhiata ai suoi libri cliccando qui.

Sir Francis Chichester e il suo giro del mondo

Sir Francis Chichester

Cari lettori, abbiamo già parlato spesso di uomini straordinari e mirabolanti imprese, eppure questa volta ci pare essere in assoluto la più eclatante. In questo articolo, infatti, vogliamo raccontarvi la storia di Francis Chichester, successivamente nominato Sir da Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Curiosi di sapere perché? Venite con noi.

PLYMOUTH, 28 maggio 1967

Era il 28 maggio del 1967 e un Francis Chichester 65enne faceva ritorno nel porto di Plymouth (Gran Bretagna) dopo 226 giorni di navigazione in solitaria, durante i quali aveva doppiato a bordo di una barca a vela i tre grandi capi: Capo Horn, il Capo di Buona Speranza e Capo Leeuwin. Accolto in patria da una folla festante, verrà pochi giorni dopo insignito del titolo di Cavaliere dalla sua sovrana, la recentemente scomparsa Regina Elisabetta II. Il suo merito? L’aver compiuto questa impresa per primo, a un’età non certo comune per un’avventura di questo calibro ed essendo avvezzo alla navigazione per mare da soli 10 anni. E qui, cari lettori, è bene che facciate con noi un salto indietro nel tempo.

BARNSTAPLE, 17 settembre 1901

Francis Chichester nasce a Barnstaple, nella contea del Devon in Inghilterra, nel 1901. La sua è una famiglia di origini umili e a soli 6 anni si vede costretto ad abbandonare la casa natia per stabilirsi in un collegio dal quale uscirà solo una volta giunto all’università. A 18 anni, emigrato in Nuova Zelanda, ottiene il brevetto da pilota e mette in piedi una florida azienda nel settore delle costruzioni. Purtroppo l’azienda subisce gravi perdite a causa della Prima Guerra Mondiale prima e della Grande Depressione poi e il nostro Chichester si vede costretto a rientrare nel Regno Unito. Dopo varie vicissitudini riesce a tornare in Nuova Zelanda dove, forte della sua passione per il volo, decide di lanciarsi in un’avventura ardita: il giro del mondo. L’impresa fallisce e con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale Francis deve, ancora una volta, abbandonare i suoi sogni per rientrare in patria. Ma non tutti i mali, come si suol dire, vengono per nuocere…

LA REGATA OSTAR, 1960

Nei numerosi anni a venire, Francis Chichester costruisce un piccolo impero grazie alla fortunata intuizione di aprire un’azienda produttrice di mappe, ma intorno ai 60 anni gli viene erroneamente diagnosticato un carcinoma polmonare. A seguito di questo accadimento, sempre famelico di novità e avventura, si appassiona a un nuovo mondo: quello della nautica. Nel 1960 vince la Ostar, la prima regata transatlantica in solitaria alla quale partecipa a bordo della sua Gipsy Moth III.

PLYMOUTH, 27 agosto 1966

Ed è qui, forse proprio in questo momento, che Chichester partorisce la sua più folle idea: compiere il giro del mondo in barca a vela, in solitaria, circumnavigando i tre grandi capi. Il 27 agosto del 1966 Francis parte dal porto di Plymouth a bordo della sua più iconica imbarcazione, la Gipsy Moth IV. Prima di lui, per dirla tutta, ci aveva provato anche Joshua Slocum e ve lo avevamo raccontato in un altro articolo, che potete leggere cliccando qui. Slocum non doppiò Capo Horn e ci mise in tutto tre anni. L’impresa di Chichester fu ben più impressionante e, come raccontavamo all’inizio, giustamente celebrata.

A BORDO DELLA GYPSY MOTH IV

La straordinarietà di questa impresa, cari lettori, parrà evidente anche a voi. Francis Chichester aveva 65 anni al momento della partenza e certamente non possedeva, a bordo della sua imbarcazione, i tanti strumenti tecnologici che avrebbe a disposizione oggi se fosse ancora tra noi. Per intraprendere questa folle avventura, d’altronde, Sir Francis necessitava quanto meno di un cronometro e un sestante per poter fare il punto nave. Così, per avere sempre tutto sotto controllo in qualunque punto della barca si trovasse, Francis Chichester indossava niente meno che un Rolex: l’Oyster Perpetual. Il motivo di questa scelta è presto detto: circa una cinquantina d’anni prima proprio un orologio da polso della Rolex ottenne il prestigioso certificato di Cronometro di Classe A, fino a quel momento attribuito solo a strumentazioni ingombranti e specifiche per imbarcazioni.

UNO, NESSUNO, CENTOMILA

In che modo Sir Francis Chichester riuscì a compiere le numerose imprese (apparentemente impossibili) della sua vita resta un mistero per molti ed è anche probabilmente la domanda che ci tiene così legati a questa figura. Le risposte, forse, si possono trovare nei suoi libri. Eh sì, cari lettori, eccoci qui a svelarvi l’ultima delle identità di quest’uomo straordinario. Aviatore, navigatore, imprenditore, Sir Francis Chichester fu anche scrittore.

SIR FRANCIS ALLA LIBRERIA DEL MARE

Gipsy Moth. Il giro del mondo a vela è un diario scritto in buona parte proprio durante la circumnavigazione del globo e per il resto subito dopo: un resoconto dettagliato di come sia riuscito a compiere queste gesta. Non contento di aver raccontato nello specifico il suo giro del mondo, Chichester ha scritto altri due libri che vogliamo segnalarvi. Il mare solitario, e il cielo è la sua autobiografia, mentre in La sfida romantica Sir Francis racconta di un’altra titanica impresa con cui volle confrontarsi: nel 1971, a bordo della Gipsy Moth V, con una corsa estenuante durata una ventina di giorni, percorse 4000 miglia oceaniche con punte talvolta superiori alle 200 miglia giornaliere. Sembra incredibile, eppure è realtà.

Esattamente sei anni dopo il suo rientro in patria dopo il giro del mondo, il 26 agosto 1972, Sir Francis Chichester si spense a Plymouth, città che l’aveva visto tornare trionfante, dopo una vita straordinaria di cui, per nostra grande fortuna, conserviamo numerose testimonianze. Per vedere l’elenco completo dei libri scritti da Chichester (e di altri che lo menzionano), basta cliccare qui.

 

 

 

Luis Sepúlveda e la balena bianca

Luis Sepúlveda

Cari lettori, torniamo a parlare di classici della letteratura marinaresca e lo facciamo con un autore che non ha bisogno di grandi presentazioni. Cileno, ribelle, geniale, padre a buon diritto di una gabbianella e di un gatto: oggi parliamo di Luis Sepúlveda.

LE ORIGINI CILENE

Che sarebbe diventato uno scrittore, pare fosse chiaro fin dall’infanzia, quando si dilettava nella scrittura di poesie e brevi racconti. L’amore per i grandi classici della letteratura d’avventura gli arrivò in dotazione con i geni paterni, in particolare grazie al nonno e a uno zio, entrambi anarchici, con cui visse nei primi anni della sua vita. Classe 1949, nacque e crebbe in Cile in un periodo denso di rivolte, immergendosi fin da bambino in una fitta attività politica che segnerà tutto il suo percorso di vita.

IN GIRO PER IL MONDO

A seguito di due arresti e dopo un totale di oltre due anni passati dietro le sbarre, Luis Sepúlveda fu esiliato dal suo Cile e si trovò a girare il mondo un po’ per forza e un po’ per amore. Il suo girovagare, spinto da una sete di conoscenza che traspare in tutti i suoi lavori, gli diede la possibilità di incontrare e approfondire numerose culture: Sepúlveda divenne un vero poliglotta, competenza che influenzerà anche i rapporti con i traduttori dei suoi romanzi.

GABBIANELLE, GATTI, LUMACHE…

Era il 1989 quando il suo primo romanzo faceva la sua comparsa sulla scena spagnola per raggiungere, nel 1993, gli scaffali delle librerie nostrane. Il vecchio che leggeva romanzi d’amore conquistò subito pubblico e critica, innalzando Luis Sepúlveda sull’Olimpo della letteratura. Da allora i suoi romanzi si sono fatti largo nel cuore di grandi e piccini, specialmente per la loro (cioè la sua!) capacità di trattare temi importanti come l’amicizia, la fiducia e l’amore con parole semplici, senza la pretesa di essere capolavori narrativi, pur diventandolo di fatto. L’iconico Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare non è, però, il romanzo con protagonisti animali di cui vogliamo parlarvi oggi!

…E BALENE BIANCHE

L’ultima favola pubblicata prima che l’autore si ammalasse si intitola Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa e si colloca a pieno titolo tra i nostri classici della letteratura marinaresca. Sì, perché la balena bianca del titolo altri non è che quella balena bianca: Moby Dick, la più temuta creatura degli abissi, un mostro celebre per fare strage di tutti i marinai che la incrociano sulla loro rotta. La balena bianca racconta per la prima volta la sua missione, affidatale da un capodoglio più anziano: tenere al sicuro la gente del mare dai balenieri, che arrivano con le loro imbarcazioni a fare razzia di tutto ciò che trovano.

Voi, amici lettori, avete mai letto questo racconto? Se volete sfogliarlo, vi aspettiamo alla Libreria del Mare. Se, invece, preferite dare un’occhiata sul nostro sito, basta cliccare qui.

Joshua Slocum: solo, intorno al mondo

Joshua Slocum: solo, intorno al mondo

Cari lettori, il classico della letteratura marinaresca che abbiamo scelto per questo mese è, come spesso accade, un racconto di viaggio. A narrarlo (e a scriverlo!) è lo stesso protagonista, il capitano Joshua Slocum. Solo, intorno al mondo è il resoconto del suo giro del mondo in barca a vela in solitaria, sul finire del Diciannovesimo Secolo. Pronti a partire?

L’AUTORE

Ma chi è, o meglio chi era, Joshua Slocum? Esploratore e scrittore statunitense (nato canadese) venne alla luce nel 1844. La sua infanzia non fu particolarmente felice e Joshua tentò più volte di scappare di casa. Decisiva, per recidere il cordone ombelicale, fu la morte della madre nel 1860: a 16 anni Slocum abbandonò per sempre la casa natia e iniziò la sua storia d’amore con il mare, partendo dal ruolo di marinaio semplice.

LO SPRAY

Dopo anni trascorsi a navigare, arrivando al ruolo di comandante, nel 1892 entra in possesso di un vecchio sloop, completamente da restaurare. Nei successivi 13 mesi lo rimette a nuovo, finché dell’antica imbarcazione non resta che il nome, SprayCon il suo nuovo compagno di viaggio, Slocum ha intenzione di compiere un’impresa mai tentata prima: il giro del mondo in solitaria su una barca a vela.

IL VIAGGIO

Avevo deciso di fare il giro attorno al mondo e, visto che il mattino del 24 aprile 1895 il vento era favorevole, a mezzogiorno salpai l’ancora, issai la velatura e partii da Boston, dove lo Spray era rimasto comodamente ormeggiato per tutto l’inverno.

Così, nel 1895, Joshua Slocum parte per il suo viaggio, modificando più volte la rotta per via di venti e correnti sfavorevoli. Gibilterra, Sant’Elena, Timor, l’Australia, la Nuova Guinea, gran parte degli atolli corallini e delle isole del Pacifico, il Capo di Buona Speranza, Capo Horn sono solo alcune fra le località che Slocum raggiunge con la sua imbarcazione, restando in mare per oltre tre anni. Durante il viaggio il capitano non visita semplicemente i luoghi in cui approda, ma li vive davvero, entrando in contatto con le popolazioni locali, immergendosi nelle loro culture e facendone esperienza.

SOLO, INTORNO AL MONDO

Questo suo modo di vivere il viaggio intorno al mondo ben traspare nel libro che scrisse al suo ritorno, Solo, intorno al mondo, che ebbe da subito uno straordinario successo. La prosa è ironica e pungente e questo lo rende non solo il perfetto ritratto dell’epoca di Slocum, ma anche un classico sempre attuale. Così attuale che una delle due edizioni disponibili alla Libreria del Mare, edita nel 2021, è introdotta dalla prefazione di Bjorn Larsson, celebre scrittore contemporaneo e appassionato velista.

E voi, cari lettori, partireste per un giro del mondo in solitaria?

Di seguito i link alle varie edizioni disponibili (fra cui anche due di modernariato!):

Il corsaro nero

Henry de Monfreid, il Corsaro Nero

Cari lettori, con il classico di questo mese speriamo di non trarvi in inganno. Sebbene il titolo sia Il corsaro nero, non ci riferiamo al celeberrimo romanzo di Emilio Salgari, ma al ritratto di una figura straordinaria, quella di Henry de Monfreid, dipinto a parole da Stenio Solinas. Pronti per scoprire un personaggio incredibile? Venite con noi!

L’ULTIMO SCRITTORE-AVVENTURIERO DEL NOVECENTO

Henry de Monfreid non è un personaggio di fantasia, il protagonista di un racconto che solca i mari alla ricerca di tesori. È anche questo, ma soprattutto è stato uno scrittore. Come ci è già capitato più volte parlando di classici della letteratura marinaresca, siamo di fronte a un esploratore, un avventuriero che ha deciso di trasporre su carta tutti i suoi viaggi e le sue esperienze, arrivando a scrivere oltre 60 libri in francese. Purtroppo, però, fino a noi ne sono giunti pochissimi, forse censurati per via dell’approccio collaborazionista che De Monfreid ha avuto durante la Seconda Guerra Mondiale.

IL SUO PERCORSOPassaporto Henry De Monfreid - Blog del Mare

Ma cos’ha fatto, chi era de Monfreid? Nei primi del Novecento ha solcato il Mar Rosso in lungo e in largo trafficando perle, armi e stupefacenti. Di questo mare e delle terre che bagna conosce ogni dettaglio, ogni sfumatura, tanto da arrivare a convertirsi all’Islam prendendo il nome di Abd el-Hay, “Schiavo del Vivente”.

STENIO SOLINAS

De Monfreid fu una personalità forte, “uno che ha la lotta nel sangue, ha bisogno di un nemico, vero o presunto non importa, per sentirsi vivo, per non morire di noia” dice di lui Stenio Solinas nella sua opera. Forse per questo, per il fascino che questo personaggio gli ha trasmesso, Solinas, scrittore di viaggio e giornalista contemporaneo, ha deciso di scrivere Il corsaro nero – Henry de Monfreid l’ultimo avventuriero. In merito al titolo, in un’intervista che si può leggere su questo blog di viaggi e letteratura, l’autore afferma:

Il titolo è, naturalmente, un omaggio salgariano e insieme una strizzata d’occhio proprio a quel de Monfreid “fascista”, per caso e per necessità, meno noto in patria.

Diario Henry De Monfreid - Blog del MareRICOSTRUIRE IL PASSATO

Per la stesura di questa biografia Solinas ha ripercorso il Corno d’Africa sulle tracce di Henry, avvalendosi anche di documenti d’archivio inediti custoditi presso l’Archivio di Stato, quello degli Esteri e l’Ufficio Storico dell’Esercito. Un vero lavoro di ricerca e immedesimazione che ha reso quanto mai realistico e fedele il ritratto di De Monfreid.

Cosa aggiungere, cari lettori? Se volete approfondire, potete trovare Il Corsaro Nero qui.

Avventura nell’Artico

Avventura nell’Artico

Cari lettori, il classico di questo mese è un diario di bordo che racconta la navigazione della baleniera Hope nel 1880. Il protagonista, autore del diario, è nient’altri che Sir Arthur Conan Doyle, il padre letterario del celeberrimo investigatore Sherlock Holmes. Ebbene sì, prima di diventare un famoso scrittore Doyle ha vissuto un’esperienza marinaresca ai confini del mondo, perfetta per la nostra rassegna letteraria.

ARTHUR CONAN DOYLE, MEDICO

Ben prima di diventare famoso con i suoi romanzi e racconti gialli, Sir Arthur Conan Doyle era un giovane medico squattrinato, alla ricerca di idee per raccogliere un po’ di denaro. Forse per questo motivo, forse per il desiderio di esplorare il mondo, nel 1880 si imbarca sulla baleniera Hope come medico di bordo. Qui rimane per sei mesi entrando in contatto con il cruento mondo della caccia alle balene (e alle foche). Il suo ruolo a bordo è più quello di un tuttofare, una figura che può dialogare con chi comanda e allo stesso tempo trasformarsi a sua volta in marinaio armato pronto a uccidere animali (che fino a qualche paragrafo prima definiva adorabili). 

UN RESOCONTO CRUDO

Avventura nell’Artico è un vero e proprio diario di bordo, attraverso cui non solo vediamo evolversi l’uomo, ma anche e soprattutto lo scrittore, colui che si farà conoscere in tutto il mondo per i suoi romanzi gialli. In queste pagine, infatti, emerge chiaro il talento del giovane medico per la scrittura e anche una certa propensione alla crudezza, al realismo, al macabro. Le peggiori scene osservate dagli occhi di Sir Arthur Conan Doyle vengono trascritte senza filtri, chiarendo subito al lettore che nel caso in cui fosse debole di cuore (o di stomaco) gli converrebbe fermarsi.

LE ILLUSTRAZIONI

Non è tutto: a margine dei suoi appunti, quando le parole sembrano non bastargli, Conan Doyle disegna. Sì, avete capito bene cari lettori! Avventura nell’Artico è ricco di illustrazioni nate proprio dal pugno del giovane Arthur, immagini che arricchiscono notevolmente il racconto.

Insomma, come avrete capito, anche questo testo entra a pieno diritto nella nostra lista di classici della letteratura marinaresca. Se volete saperne di più, lo trovate qui!

 

Bill Tilman, l’ultimo eroe romantico

Bill Tilman

Cari lettori, l’articolo di questo mese dedicato a un classico della letteratura marinaresca sarà leggermente diverso dal solito, ma siamo sicuri che non rimarrete delusi. Non parleremo, infatti, soltanto di un libro, ma di un uomo, un esploratore leggendario, che ci ha lasciato in eredità una serie di libri di mare nati dalle sue spedizioni. Siete pronti a partire con noi e Bill Tilman verso un viaggio ai confini della realtà?

L’ULTIMO EROE ROMANTICO

Qualsiasi pagina web, biografia, testo, appunto vi troviate a leggere su Tilman a un certo punto reciterà qualcosa tipo Bill Tilman è stato l’ultimo eroe romantico. Ma cosa significa? Nella letteratura ottocentesca l’eroe romantico era colui che, lontano dalla propria terra natia, peregrinava tutta la vita alla ricerca del proprio ideale di libertà. Conoscendo questa definizione, non possiamo che confermare la tesi di cui sopra: Bill Tilman, infatti, di origini britanniche, ha passato tutta la sua vita di esploratore in giro per il mondo come alpinista e velista, intento a inseguire i segreti, la bellezza e l’ineffabilità della Natura.

PRIMA DELLA VELA

Inutile dirvi che per la Libreria del Mare Tilman rappresenta un faro per tutta la sua parte di vita che riguarda la vela, i viaggi per mare e le opere che raccontano le sue spedizioni a bordo della Mischief. Ma Harold William, detto Bill, è stato per la prima parte della sua vita un alpinista all’avanguardia, nonché un eroe nazionale che ha partecipato come volontario ad entrambe le guerre mondiali.

L’INCONTRO CON IL MARE

Verso il finire degli Anni Cinquanta, dopo un temporaneo allontanamento dal mondo dell’esplorazione, in Bill torna a bruciare il fuoco della curiosità. Là, oltre quei mari inospitali, ci sono montagne inesplorate e chi meglio di lui potrebbe posarvi per primo i suoi passi? Patagonia, Antartide, Groenlandia lo chiamano come affascinanti e ingannevoli sirene. Nel 1958, dopo aver acquistato la Mischief (una barca a vela varata nel 1906, priva di qualsiasi dispositivo di sicurezza), parte per la sua prima spedizione, destinazione Patagonia. Da allora Tilman sarà protagonista di numerose spedizioni, circa una ogni due anni.

GLI EQUIPAGGI DI CAPITAN TILMAN

A seguire il caro Bill Tilman lungo le sue rotte erano solitamente dei folli come lui: qualcuno lo riteneva un genio, mentre altri, dopo averlo conosciuto, contestavano le sue tecniche di navigazione rudimentali. Tra i suoi estimatori c’era Simon Richardson, un giovanissimo romantico che lo invitò a guidare una spedizione a bordo della En Avant nel 1977, con direzione Mount Foster. Purtroppo, la spedizione non giunse mai alle Malvinas e l’intero equipaggio venne dato per disperso. Così la vita di Bill Tilman, così incredibilmente appassionante e rocambolesca, si è spenta tra le acque dell’Oceano Atlantico per un vero finale al cardiopalma.

LE SUE OPERE

Come vi abbiamo anticipato, cari lettori, sono numerosi i libri che Tilman ci ha lasciato in eredità, raccontandoci della sua incredibile vita. Purtroppo sono pochissimi quelli tradotti in italiano e li potete trovare qui!

Buona lettura e buon vento a voi!

Restiamo in contatto!
Compila il form per ricevere la nostra newsletter