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Avventura nell’Artico

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Avventura nell’Artico

Cari lettori, il classico di questo mese è un diario di bordo che racconta la navigazione della baleniera Hope nel 1880. Il protagonista, autore del diario, è nient’altri che Sir Arthur Conan Doyle, il padre letterario del celeberrimo investigatore Sherlock Holmes. Ebbene sì, prima di diventare un famoso scrittore Doyle ha vissuto un’esperienza marinaresca ai confini del mondo, perfetta per la nostra rassegna letteraria.

ARTHUR CONAN DOYLE, MEDICO

Ben prima di diventare famoso con i suoi romanzi e racconti gialli, Sir Arthur Conan Doyle era un giovane medico squattrinato, alla ricerca di idee per raccogliere un po’ di denaro. Forse per questo motivo, forse per il desiderio di esplorare il mondo, nel 1880 si imbarca sulla baleniera Hope come medico di bordo. Qui rimane per sei mesi entrando in contatto con il cruento mondo della caccia alle balene (e alle foche). Il suo ruolo a bordo è più quello di un tuttofare, una figura che può dialogare con chi comanda e allo stesso tempo trasformarsi a sua volta in marinaio armato pronto a uccidere animali (che fino a qualche paragrafo prima definiva adorabili). 

UN RESOCONTO CRUDO

Avventura nell’Artico è un vero e proprio diario di bordo, attraverso cui non solo vediamo evolversi l’uomo, ma anche e soprattutto lo scrittore, colui che si farà conoscere in tutto il mondo per i suoi romanzi gialli. In queste pagine, infatti, emerge chiaro il talento del giovane medico per la scrittura e anche una certa propensione alla crudezza, al realismo, al macabro. Le peggiori scene osservate dagli occhi di Sir Arthur Conan Doyle vengono trascritte senza filtri, chiarendo subito al lettore che nel caso in cui fosse debole di cuore (o di stomaco) gli converrebbe fermarsi.

LE ILLUSTRAZIONI

Non è tutto: a margine dei suoi appunti, quando le parole sembrano non bastargli, Conan Doyle disegna. Sì, avete capito bene cari lettori! Avventura nell’Artico è ricco di illustrazioni nate proprio dal pugno del giovane Arthur, immagini che arricchiscono notevolmente il racconto.

Insomma, come avrete capito, anche questo testo entra a pieno diritto nella nostra lista di classici della letteratura marinaresca. Se volete saperne di più, lo trovate qui!

 

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