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Tag: I più bei libri di mare

Stilare una classifica che elenchi i più bei libri di mare sarebbe impossibile… Probabilmente sarebbe anche opinabile e ingiusto. De gustibus non disputandum est!

La letteratura mondiale ci ha donato, nel corso dei secoli, un numero considerevole di opere straordinarie; storie da leggere tutte d’un fiato, avventure mozzafiato, esplorazioni mirabolanti, navigazioni introspettive… Generi e stili diversi creati e adoperati da molteplici scrittori, alcuni dei quali sono entrati nella storia!

Diciamo solo che ogni vero amante del mare, ogni velista, ogni surfista, ogni subacqueo, ogni lupo di mare, grande o piccino, dovrebbe leggere i più bei libri di mare, almeno una volta nella vita.

Di seguito troverete una serie di consigli utili a cura dei librai della Libreria del Mare di Milano per regali senza tempo o per completare la vostra biblioteca di bordo (o di casa)!

Joshua Slocum: solo, intorno al mondo

Joshua Slocum: solo, intorno al mondo

Cari lettori, il classico della letteratura marinaresca che abbiamo scelto per questo mese è, come spesso accade, un racconto di viaggio. A narrarlo (e a scriverlo!) è lo stesso protagonista, il capitano Joshua Slocum. Solo, intorno al mondo è il resoconto del suo giro del mondo in barca a vela in solitaria, sul finire del Diciannovesimo Secolo. Pronti a partire?

L’AUTORE

Ma chi è, o meglio chi era, Joshua Slocum? Esploratore e scrittore statunitense (nato canadese) venne alla luce nel 1844. La sua infanzia non fu particolarmente felice e Joshua tentò più volte di scappare di casa. Decisiva, per recidere il cordone ombelicale, fu la morte della madre nel 1860: a 16 anni Slocum abbandonò per sempre la casa natia e iniziò la sua storia d’amore con il mare, partendo dal ruolo di marinaio semplice.

LO SPRAY

Dopo anni trascorsi a navigare, arrivando al ruolo di comandante, nel 1892 entra in possesso di un vecchio sloop, completamente da restaurare. Nei successivi 13 mesi lo rimette a nuovo, finché dell’antica imbarcazione non resta che il nome, SprayCon il suo nuovo compagno di viaggio, Slocum ha intenzione di compiere un’impresa mai tentata prima: il giro del mondo in solitaria su una barca a vela.

IL VIAGGIO

Avevo deciso di fare il giro attorno al mondo e, visto che il mattino del 24 aprile 1895 il vento era favorevole, a mezzogiorno salpai l’ancora, issai la velatura e partii da Boston, dove lo Spray era rimasto comodamente ormeggiato per tutto l’inverno.

Così, nel 1895, Joshua Slocum parte per il suo viaggio, modificando più volte la rotta per via di venti e correnti sfavorevoli. Gibilterra, Sant’Elena, Timor, l’Australia, la Nuova Guinea, gran parte degli atolli corallini e delle isole del Pacifico, il Capo di Buona Speranza, Capo Horn sono solo alcune fra le località che Slocum raggiunge con la sua imbarcazione, restando in mare per oltre tre anni. Durante il viaggio il capitano non visita semplicemente i luoghi in cui approda, ma li vive davvero, entrando in contatto con le popolazioni locali, immergendosi nelle loro culture e facendone esperienza.

SOLO, INTORNO AL MONDO

Questo suo modo di vivere il viaggio intorno al mondo ben traspare nel libro che scrisse al suo ritorno, Solo, intorno al mondo, che ebbe da subito uno straordinario successo. La prosa è ironica e pungente e questo lo rende non solo il perfetto ritratto dell’epoca di Slocum, ma anche un classico sempre attuale. Così attuale che una delle due edizioni disponibili alla Libreria del Mare, edita nel 2021, è introdotta dalla prefazione di Bjorn Larsson, celebre scrittore contemporaneo e appassionato velista.

E voi, cari lettori, partireste per un giro del mondo in solitaria?

Di seguito i link alle varie edizioni disponibili (fra cui anche due di modernariato!):

Il corsaro nero

Henry de Monfreid, il Corsaro Nero

Cari lettori, con il classico di questo mese speriamo di non trarvi in inganno. Sebbene il titolo sia Il corsaro nero, non ci riferiamo al celeberrimo romanzo di Emilio Salgari, ma al ritratto di una figura straordinaria, quella di Henry de Monfreid, dipinto a parole da Stenio Solinas. Pronti per scoprire un personaggio incredibile? Venite con noi!

L’ULTIMO SCRITTORE-AVVENTURIERO DEL NOVECENTO

Henry de Monfreid non è un personaggio di fantasia, il protagonista di un racconto che solca i mari alla ricerca di tesori. È anche questo, ma soprattutto è stato uno scrittore. Come ci è già capitato più volte parlando di classici della letteratura marinaresca, siamo di fronte a un esploratore, un avventuriero che ha deciso di trasporre su carta tutti i suoi viaggi e le sue esperienze, arrivando a scrivere oltre 60 libri in francese. Purtroppo, però, fino a noi ne sono giunti pochissimi, forse censurati per via dell’approccio collaborazionista che De Monfreid ha avuto durante la Seconda Guerra Mondiale.

IL SUO PERCORSOPassaporto Henry De Monfreid - Blog del Mare

Ma cos’ha fatto, chi era de Monfreid? Nei primi del Novecento ha solcato il Mar Rosso in lungo e in largo trafficando perle, armi e stupefacenti. Di questo mare e delle terre che bagna conosce ogni dettaglio, ogni sfumatura, tanto da arrivare a convertirsi all’Islam prendendo il nome di Abd el-Hay, “Schiavo del Vivente”.

STENIO SOLINAS

De Monfreid fu una personalità forte, “uno che ha la lotta nel sangue, ha bisogno di un nemico, vero o presunto non importa, per sentirsi vivo, per non morire di noia” dice di lui Stenio Solinas nella sua opera. Forse per questo, per il fascino che questo personaggio gli ha trasmesso, Solinas, scrittore di viaggio e giornalista contemporaneo, ha deciso di scrivere Il corsaro nero – Henry de Monfreid l’ultimo avventuriero. In merito al titolo, in un’intervista che si può leggere su questo blog di viaggi e letteratura, l’autore afferma:

Il titolo è, naturalmente, un omaggio salgariano e insieme una strizzata d’occhio proprio a quel de Monfreid “fascista”, per caso e per necessità, meno noto in patria.

Diario Henry De Monfreid - Blog del MareRICOSTRUIRE IL PASSATO

Per la stesura di questa biografia Solinas ha ripercorso il Corno d’Africa sulle tracce di Henry, avvalendosi anche di documenti d’archivio inediti custoditi presso l’Archivio di Stato, quello degli Esteri e l’Ufficio Storico dell’Esercito. Un vero lavoro di ricerca e immedesimazione che ha reso quanto mai realistico e fedele il ritratto di De Monfreid.

Cosa aggiungere, cari lettori? Se volete approfondire, potete trovare Il Corsaro Nero qui.

Avventura nell’Artico

Avventura nell’Artico

Cari lettori, il classico di questo mese è un diario di bordo che racconta la navigazione della baleniera Hope nel 1880. Il protagonista, autore del diario, è nient’altri che Sir Arthur Conan Doyle, il padre letterario del celeberrimo investigatore Sherlock Holmes. Ebbene sì, prima di diventare un famoso scrittore Doyle ha vissuto un’esperienza marinaresca ai confini del mondo, perfetta per la nostra rassegna letteraria.

ARTHUR CONAN DOYLE, MEDICO

Ben prima di diventare famoso con i suoi romanzi e racconti gialli, Sir Arthur Conan Doyle era un giovane medico squattrinato, alla ricerca di idee per raccogliere un po’ di denaro. Forse per questo motivo, forse per il desiderio di esplorare il mondo, nel 1880 si imbarca sulla baleniera Hope come medico di bordo. Qui rimane per sei mesi entrando in contatto con il cruento mondo della caccia alle balene (e alle foche). Il suo ruolo a bordo è più quello di un tuttofare, una figura che può dialogare con chi comanda e allo stesso tempo trasformarsi a sua volta in marinaio armato pronto a uccidere animali (che fino a qualche paragrafo prima definiva adorabili). 

UN RESOCONTO CRUDO

Avventura nell’Artico è un vero e proprio diario di bordo, attraverso cui non solo vediamo evolversi l’uomo, ma anche e soprattutto lo scrittore, colui che si farà conoscere in tutto il mondo per i suoi romanzi gialli. In queste pagine, infatti, emerge chiaro il talento del giovane medico per la scrittura e anche una certa propensione alla crudezza, al realismo, al macabro. Le peggiori scene osservate dagli occhi di Sir Arthur Conan Doyle vengono trascritte senza filtri, chiarendo subito al lettore che nel caso in cui fosse debole di cuore (o di stomaco) gli converrebbe fermarsi.

LE ILLUSTRAZIONI

Non è tutto: a margine dei suoi appunti, quando le parole sembrano non bastargli, Conan Doyle disegna. Sì, avete capito bene cari lettori! Avventura nell’Artico è ricco di illustrazioni nate proprio dal pugno del giovane Arthur, immagini che arricchiscono notevolmente il racconto.

Insomma, come avrete capito, anche questo testo entra a pieno diritto nella nostra lista di classici della letteratura marinaresca. Se volete saperne di più, lo trovate qui!

 

Bill Tilman, l’ultimo eroe romantico

Bill Tilman

Cari lettori, l’articolo di questo mese dedicato a un classico della letteratura marinaresca sarà leggermente diverso dal solito, ma siamo sicuri che non rimarrete delusi. Non parleremo, infatti, soltanto di un libro, ma di un uomo, un esploratore leggendario, che ci ha lasciato in eredità una serie di libri di mare nati dalle sue spedizioni. Siete pronti a partire con noi e Bill Tilman verso un viaggio ai confini della realtà?

L’ULTIMO EROE ROMANTICO

Qualsiasi pagina web, biografia, testo, appunto vi troviate a leggere su Tilman a un certo punto reciterà qualcosa tipo Bill Tilman è stato l’ultimo eroe romantico. Ma cosa significa? Nella letteratura ottocentesca l’eroe romantico era colui che, lontano dalla propria terra natia, peregrinava tutta la vita alla ricerca del proprio ideale di libertà. Conoscendo questa definizione, non possiamo che confermare la tesi di cui sopra: Bill Tilman, infatti, di origini britanniche, ha passato tutta la sua vita di esploratore in giro per il mondo come alpinista e velista, intento a inseguire i segreti, la bellezza e l’ineffabilità della Natura.

PRIMA DELLA VELA

Inutile dirvi che per la Libreria del Mare Tilman rappresenta un faro per tutta la sua parte di vita che riguarda la vela, i viaggi per mare e le opere che raccontano le sue spedizioni a bordo della Mischief. Ma Harold William, detto Bill, è stato per la prima parte della sua vita un alpinista all’avanguardia, nonché un eroe nazionale che ha partecipato come volontario ad entrambe le guerre mondiali.

L’INCONTRO CON IL MARE

Verso il finire degli Anni Cinquanta, dopo un temporaneo allontanamento dal mondo dell’esplorazione, in Bill torna a bruciare il fuoco della curiosità. Là, oltre quei mari inospitali, ci sono montagne inesplorate e chi meglio di lui potrebbe posarvi per primo i suoi passi? Patagonia, Antartide, Groenlandia lo chiamano come affascinanti e ingannevoli sirene. Nel 1958, dopo aver acquistato la Mischief (una barca a vela varata nel 1906, priva di qualsiasi dispositivo di sicurezza), parte per la sua prima spedizione, destinazione Patagonia. Da allora Tilman sarà protagonista di numerose spedizioni, circa una ogni due anni.

GLI EQUIPAGGI DI CAPITAN TILMAN

A seguire il caro Bill Tilman lungo le sue rotte erano solitamente dei folli come lui: qualcuno lo riteneva un genio, mentre altri, dopo averlo conosciuto, contestavano le sue tecniche di navigazione rudimentali. Tra i suoi estimatori c’era Simon Richardson, un giovanissimo romantico che lo invitò a guidare una spedizione a bordo della En Avant nel 1977, con direzione Mount Foster. Purtroppo, la spedizione non giunse mai alle Malvinas e l’intero equipaggio venne dato per disperso. Così la vita di Bill Tilman, così incredibilmente appassionante e rocambolesca, si è spenta tra le acque dell’Oceano Atlantico per un vero finale al cardiopalma.

LE SUE OPERE

Come vi abbiamo anticipato, cari lettori, sono numerosi i libri che Tilman ci ha lasciato in eredità, raccontandoci della sua incredibile vita. Purtroppo sono pochissimi quelli tradotti in italiano e li potete trovare qui!

Buona lettura e buon vento a voi!

Moby Dick

Moby Dick

Cari lettori, anche questo mese torniamo da voi con un classico della letteratura marinaresca che sicuramente conoscete e che magari avete letto durante la vostra carriera scolastica. Si tratta di Moby Dick, capolavoro di Herman Melville pubblicato nel 1851. Flop incredibile all’epoca della sua pubblicazione, è solo dopo la morte dell’autore che viene riscoperto e osannato da pubblico e critica di tutto il mondo. In Italia approderà solo nel 1930, grazie a una prima traduzione a cura di Cesare Pavese.

LA GENESI DEL ROMANZO

Melville è senz’ombra di dubbio uno degli scrittori americani più famosi nel mondo; tuttavia, non tutti sanno che è stato prima mozzo e poi marinaio semplice durante la sua giovinezza, con imbarchi su diverse navi in vari oceani. Mentre alcune sue opere sono esplicitamente autobiografiche, Moby Dick è un romanzo d’avventura ispirato al naufragio della baleniera Essex, avvenuto nel 1820, e contiene evidenti riferimenti ai numerosi imbarchi dell’autore a bordo di baleniere nell’Oceano Pacifico.

LA TRAMA

A narrare la storia è il suo protagonista, Ishmael, un marinaio esperto che decide di imbarcarsi sulla Pequod per andare a caccia di balene. A governare questa “nave della vecchia scuola, piuttosto piccola” c’è il capitano Achab, un uomo massiccio e misterioso senza una gamba. Achab è alla disperata ricerca di Moby Dick, un gigantesco capodoglio bianco che in una precedente spedizione ha distrutto la sua nave, tranciandogli una gamba. La sete di vendetta di Achab lo renderà cieco di fronte alle insidie della spedizione e, nonostante i continui avvertimenti degli altri membri dell’equipaggio, porterà lui e tutta la sua ciurma alla morte. Unico a salvarsi sarà proprio il nostro Ishmael, salvato da un’altra nave nelle vicinanze dopo il naufragio della Pequod.

 LA MAESTOSITA’ DI MOBY DICK

Ogni lupo di mare deve prima o poi cimentarsi nella lettura di Moby Dick, romanzo meraviglioso e intenso, ma non fra i più scorrevoli e accessibili al grande pubblico. Lo stile di Melville simula quello del moto ondoso, con pagine e pagine di calma piatta alternate ad altre di ricche di azioni concitate e cruente. Lunghe descrizioni e introspezioni psicologiche non sempre facilmente digeribili dai lettori meno accaniti precedono spesso i momenti cruciali del romanzo, dinamici ed esplosivi. Un paragrafo dopo l’altro, affronteremo con i protagonisti i grandi temi della vita: la potenza sovrumana della natura e l’intraprendenza illuministica dell’uomo, il terrore dell’ignoto e la lotta per la sopravvivenza, la fede in Dio e l’eterna battaglia fra bene e male nell’animo umano.

MOBY DICK NELLA CULTURA POP

Questo romanzo di Melville è certamente uno dei più celebri dell’epoca che viene definita American Renaissance e la dimostrazione sta nel fatto che non si contano le riedizioni, le traduzioni, i film e le varie opere ispirate o collegate a esso. Addirittura la famosissima catena di coffee bar Starbucks prende il nome dal primo ufficiale della Pequod, nonché uno dei personaggi più significativi del romanzo. In un primo momento, l’azienda aveva addirittura considerato proprio il nome dell’imbarcazione, orientandosi poi su quello che è diventato un marchio conosciuto in tutto il mondo.

MOBY DICK ALLA LIBRERIA DEL MARE

Anche qui in libreria le opere ispirate a Moby Dick non si contano! Vi ricordiamo in particolare le creazioni di Elisabetta Stoinich di cui vi abbiamo già parlato in questo articolo! Se vi va di leggere Moby Dick, invece, vi suggeriamo l’edizione di Einaudi, che trovate qui. Per chi, infine, vuole approfondire la storia vera che ha ispirato il capolavoro di Melville basta cliccare qui.

Buona lettura, cari lupi di mare, e buon vento a tutti!

Le avventure di Gordon Pym

Le avventure di Gordon Pym

Cari lettori, per questo mese vogliamo stupirvi con un classico della letteratura marinaresca che ha tutti gli elementi per entrare a pieno titolo nella categoria! Le avventure di Gordon Pym è l’unico romanzo scritto da Edgar Allan Poe, celebre, invece, per i suoi racconti dell’orrore. Siete pronti a tuffarvi con noi in questo mare di curiosità?

LA TRAMA

Il protagonista di questa storia, che ci viene narrata come realmente avvenuta, è il giovane Arthur Gordon Pym. Pym si imbarca un giorno, di nascosto dalla sua famiglia, sulla Grampus, una baleniera, con l’aiuto dell’amico Augustus Barnard, che dovrebbe occuparsi di farlo rimanere a bordo in tutta sicurezza. Purtroppo, come da tradizione letteraria, questo viaggio per mare si rivelerà essere una tragedia, un susseguirsi continuo e inarrestabile di fatti sconvolgenti. Dapprima un ammutinamento sulla Grampus, poi una terribile tempesta, in seguito la decisione dell’equipaggio di cibarsi l’uno dell’altro per sopravvivere. E ancora l’arrivo in un arcipelago abitato da crudeli e sanguinosi indigeni, la fuga verso il Polo Sud e, finalmente, l’apparizione della nave Jane Guy che lo porterà alla ricerca di nuove terre.

L’AUTORE

Edgar Allan Poe non è certamente annoverabile tra i canonici scrittori del mare, quegli autori celebri per aver composto soprattutto romanzi d’avventura ambientati sull’acqua. Infatti, è noto ai più come padre putativo del genere horror. A lui si deve l’invenzione di quel genere che oggi viene chiamato thriller psicologico, perché con il suo straordinario talento è stato in grado di regalarci storie angoscianti e spaventose che toccano prima di tutto la mente. Chi non ha letto (o sentito parlare) del suo breve racconto Il cuore rivelatore o de Il corvo?

 

L’ORRORE DEL MARE

Nel suo unico romanzo, dunque, Poe concentra tutte le sue capacità, riuscendo a rendere il mare spaventoso, così come la vita legata a esso e la permanenza di Arthur Gordon Pym in questa lugubre dimensione. Come svestiti del loro velo di umanità, i protagonisti del racconto si mostrano per quello che sono quando il mare specchia i loro volti: creature terribili, capaci di atrocità inimmaginabili. Il mare ci mette di fronte a tutta la brutalità di cui siamo capaci come esseri umani e nessuno meglio di Poe riesce a ritrarre questa realtà. Come scriveva Alessandro Baricco nel suo Oceano mare: “È uno specchio, questo mare. Qui, nel suo ventre, ho visto me stesso. Ho visto davvero”.

Buona lettura, cari lupi di mare, e buon vento a tutti!

Ventimila leghe sotto i mari

Ventimila leghe sotto i mari

Cari lettori, il primo classico della letteratura marinaresca che vi consigliamo in questo 2022 è un romanzo senza tempo: Ventimila leghe sotto i mari, il capolavoro di Jules Verne. Approdato in Italia nel 1873, fu inizialmente pubblicato a puntate sul Magasin d’éducation et de récréation dal marzo 1869 al giugno 1870.

LA TRAMA

Il professor Pierre Aronnax viene chiamato a compiere un’impresa apparentemente impossibile: trovare e sconfiggere il terribile e misterioso mostro marino che sta facendo strage di marinai e imbarcazioni. Pare essere enorme, velocissimo, fluorescente e spietato. A bordo della fregata Abraham Lincoln, Aronnax parte alla ricerca del mostro, in compagnia del fidato assistente Conseil e del fiociniere Ned Land. Sarà solo dopo un primo spaventoso incontro con il “mostro”, durante il quale l’Abraham Lincoln verrà distrutta, che i tre scopriranno la sua vera identità. Il mostro marino altro non è che un avveniristico sommergibile, il Nautilus, comandato dal Capitano Nemo.

IL NAUTILUS

Ecco, signor Aronnax, tutte le dimensioni del nostro battello. È un cilindro molto allungato a punte coniche. Si avvicina sensibilmente alla forma di un sigaro, forma già adottata a Londra per molte costruzioni marine. La lunghezza di questo cilindro, da un capo all’altro, è esattamente di settanta metri e la sua larghezza massima è di otto metri. Non è, perciò, costruito con le stesse proporzioni dei vostri vapori, ma le sue linee sono sufficientemente allungate e la sua carena è molto affusolata, affinché l’acqua spostata scivoli facilmente e non opponga alcuna resistenza alla sua marcia. Le due misure che vi ho dato vi permetteranno facilmente di ottenere, con un semplice calcolo, la superficie e il volume del Nautilus. La sua area misura 1.011,45 metri quadrati e contiene 1.500,2 metri cubi. Una volta immerso completamente sposta 1500.2 metri cubi d’acqua, o 1500.2 tonnellate metriche.

Con queste parole il Capitano Nemo (ex principe indiano e ingegnere esperto) descrive al protagonista del romanzo la sua imbarcazione. Aronnax ne è terribilmente affascinato e prosegue volentieri il suo viaggio a bordo del Nautilus. In compagnia del Capitano Nemo avrà modo di esplorare fondali misteriosi, affrontare un calamaro gigante, viaggiare per oltre 80000 km (le ventimila leghe del titolo) e vedere persino i resti di Atlantide.

PRIMA E DOPO

Ventimila leghe sotto i mari non è una storia che inizia e finisce, sebbene sia possibile leggere il romanzo comprendendo ogni passaggio. Fa parte, e ne è in effetti il capitolo centrale, di una trilogia che ha inizio con I figli del capitano Grant e vede la sua naturale conclusione nell’opera L’isola misteriosa. In questo ultimo capitolo della trilogia scopriamo quali sono le sorti del Capitano Nemo, approdato sull’isola a seguito del naufragio del Nautilus.

L’AUTORE

Jules Verne ci ha lasciato in eredità ben più di un romanzo iconico. Oltre a essere l’autore di Ventimila leghe sotto i mari, infatti, ha prodotto altri capolavori della letteratura fantascientifica come Viaggio al centro della Terra e Il giro del mondo in ottanta giorni, classici che tutti noi abbiamo letto almeno una volta sui banchi di scuola. Non gli saremo mai grati abbastanza per il patrimonio di storie e personaggi con cui ha arricchito la letteratura moderna.

Buona lettura, cari lupi di mare, e buon vento a tutti!

Kon-Tiki

Kon-Tiki

Il mese di dicembre è unico nel suo genere e unico è il classico della letteratura marinaresca di cui vogliamo parlarvi oggi: Kon-Tiki di Thor Heyerdahl. Un classico che non ti aspetti, un resoconto di un viaggio per mare ai limiti dell’impossibile!

LA TRAMA

Kon-Tiki è la storia vera di sei uomini che hanno sfatato un’eresia scientifica a bordo di una zattera di balsa, suscitando grande scalpore. Il viaggio è narrato in prima persona dall’autore Thor Heyerdahl, che racconta come nel 1947 ha attraversato l’Oceano Pacifico. Insieme a cinque compagni d’avventura, Heyerdahl ha navigato, infatti, dalle coste del Perù alla Polinesia a bordo di una zattera. I componenti della spedizione hanno rivissuto in questo modo la leggendaria fuga del dio Kon-Tiki dalle coste americane. Il loro obiettivo? Dimostrare che la colonizzazione della Polinesia poteva essere avvenuta, in epoca precolombiana, a opera di popolazioni del Sud America. Una teoria avversata da molti storici, che ritenevano impossibile che con piroghe rudimentali si potesse compiere una simile traversata.

LA ZATTERA KON-TIKI

Il mezzo di trasporto scelto da Heyerdahl e dai suoi compagni di spedizione fu piuttosto singolare. Thor decise di optare per una zattera di balsa, a ennesima dimostrazione di quanto materiali, metodi e tecnologie rudimentali fossero sufficienti per compiere l’impresa. Tuttavia, per garantire la sopravvivenza dell’equipaggio e la riuscita della spedizione, furono utilizzati alcuni dispositivi e strumenti moderni, tra cui un apparecchio radio, orologi, carte, sestanti, coltelli e machete. Su questa zattera di circa 70mq viaggiavano Thor Heyerdahl, Erik Hesselberg, Bengt Danielsson, Knut Haugland, Torstein Raaby e Herman Watzinger. Ognuno aveva un compito preciso sulla zattera e l’equipaggio lavorava in grande armonia, come si può leggere tra le pagine di Kon-Tiki. 

IL PREMIO OSCAR

Heyerdahl non si è limitato a tenere il diario di bordo, che si è poi trasformato nel libro di cui vi stiamo parlando, ma ha diretto in prima persona il documentario Kon-Tiki, che gli è valso l’Oscar nel 1952.

Kon-Tiki è un classico che ci sentiamo di consigliare davvero a tutti, dai velisti sfegatati agli appassionati d’avventura. Non rimarrete delusi, parola della Libreria del Mare!

Le Argonautiche

Le Argonautiche

Questo mese vi parliamo di un classico della letteratura marinaresca che più classico non si può. Le Argonautiche, infatti, è un vero e proprio poema epico risalente al periodo ellenistico ed è opera di Apollonio Rodio, antico poeta greco e discepolo di Callimaco. Composto da quattro libri, Le Argonautiche si ispira ai poemi omerici, archetipo di tutti i poemi successivi.

LA TRAMA

Le Argonautiche narra la famosa vicenda, già tratteggiata da Omero nell’Odissea, di Giàsone (e non Giasòne) e dei suoi a bordo della nave Argo, diretti verso la Colchide alla ricerca del vello d’oro. Il primo e il secondo libro descrivono il viaggio degli Argonauti guidati dal principe Giasone, il terzo è incentrato sulla figura di Medea e il quarto narra della conquista del vello d’oro e del ritorno in patria attraverso fantasiosi itinerari.

GIASONE E MEDEA

Chi tra voi mastica un po’ di letteratura di greca saprà certamente chi sono questi due personaggi, in particolare la metà femminile della coppia. Medea, temibile e spregiudicata regina descritta in maniera magistrale da Euripide e da Seneca, è qui ancora ragazzina, già votata alle arti magiche, ma ancora priva di quella malizia e di quella sfrontatezza che ne faranno un personaggio amato e molto discusso. I due si innamorano grazie all’intervento degli dei e Medea aiuta Giasone a conquistare il vello d’oro grazie ai suoi poteri. Giasone non è l’eroe cui Omero ci aveva abituati con i suoi poemi; è un personaggio eroicamente inadeguato, non all’altezza di risolvere in autonomia la vicenda. Per questa sua fragilità e debolezza, che lo introducono in una dimensione quotidiana, è un personaggio molto vicino al sentire ellenistico, decisamente più moderno e, per la sua umanità, anticipatore dell’Enea virgiliano.

ARGO E IL VIAGGIO PER MARE

L’imbarcazione capitanata da Giasone è l’Argo, comunemente immaginata come una galera dotata di una vela con cinquanta rematori. La leggenda vuole che sia stata la prima pentecontera ad affrontare un viaggio in alto mare e che al termine della missione sia stata trasportata in cielo, a formare l’omonima costellazione.

LA NOSTRA PROPOSTA

L’edizione presente in negozio, edita nel 2019, presenta il testo greco a fronte. Non solo, quindi, un’occasione per gli amanti della letteratura marinaresca, ma anche una sfida per tutti gli appassionati grecisti. Conoscevate questo libro e il suo autore? Se siete curiosi di leggerlo lo potete trovare qui o venendo a trovarci in libreria!