Cari lettori, eccoci tornati con la nostra rubrica dedicata ai classici della letteratura marinaresca. Oggi vi portiamo con noi in un posto molto speciale, Il bar sotto il mare di Stefano Benni. Ci siete già stati? Esploriamolo insieme!
MA PRIMA
Nel caso in cui abbiate vissuto (è il caso di dirlo) sott’acqua fino a oggi e non conosciate Stefano Benni, due parole sul nostro autore. Nato in piena estate nel 1947 a Bologna, Benni è uno scrittore a tutto tondo: scrive poesie, sceneggiature, articoli di giornale e, ovviamente, racconti.
AL BAR SPORT CON BENNI
La sua prima raccolta di racconti si intitola Bar Sport, è uscita nel 1977 e ha reso celebre sia la sua tagliente satira contro la contemporaneità sia il suo stile comico e parodistico, ricco di giochi di parole e neologismi. Indimenticabile la Luisona, la pasta che, in ogni bar-sport che si rispetti, giace da anni sotto la cloche, ormai parte integrante dell’arredamento. La passione di Stefano Benni per i bar appare, dunque, chiara fin dall’inizio della sua carriera di scrittore e questo per un motivo ben preciso. Quale luogo migliore per far incontrare personaggi strambi, pieni di storie da raccontare?
IL BAR SOTTO IL MARE
Così, 10 anni dopo il Bar Sport, nel 1987 Stefano Benni ci porta con sé in un altro bar: Il bar sotto il mare. L’Ospite, il protagonista di questo racconto, segue un uomo che si addentra nel mare, per scoprire un bar nascosto sotto la superficie in cui 23 personaggi gli riferiranno le loro folli storie. Toccherà anche a lui, avventore e uditore per caso, raccontare infine la sua storia, trasformandosi nel narratore.
PERSONAGGI E RACCONTI
Ogni personaggio racconta una storia diversa, ognuna più fantasiosa e incredibile della precedente: dal verme mangiaparole al marziano innamorato, passando per il marinaio. È proprio lui a raccontare una versione parodistica della storia di Moby Dick: a bordo della nave Fidèle, di ritorno dalla Polinesia, il marinaio si imbatte in un’enorme balena, Matu-Maloa, che si innamora del Capitano Charlemont. Al rientro in porto, dopo averne inizialmente rifiutato le avance, il capitano pare cederle, sparendo trasportato sul suo dorso.
Stefano Benni, che è anche la voce dell’audiolibro di Novecento, romanzo di Alessandro Baricco di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, ha davvero creato un piccolo capolavoro con i suoi racconti da bar sotto e sopra il mare!
Se volete leggere Il bar sotto il mare, lo trovate qui!
Cari lettori, in questo articolo su un classico della letteratura marinaresca (anzi, due nel caso specifico) dobbiamo fare una doverosa premessa: chi scrive ha particolarmente a cuore questi romanzi e il loro autore, quindi ci si perdonerà un po’ di trasporto! Oggi parliamo di Alessandro Baricco e dei suoi Oceano mare e Novecento.
NOVECENTO
Forse il titolo di questo romanzo, che più esattamente è un monologo teatrale, non vi dice niente, ma siamo piuttosto sicuri che conosciate la storia che narra. Sì, perché è da quest’opera di Alessandro Baricco che Giuseppe Tornatore ha tratto ispirazione per il celeberrimo film La leggenda del pianista sull’oceano del 1998. Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento è un pianista, anzi è un bambino. Un bambino nato e cresciuto sul Virginian, un transatlantico. Su quella nave Danny muove i primi passi, ma soprattutto muove le dita sulla tastiera del pianoforte e diventa il pianista dell’Atlantic Jazz Band. A narrare la sua storia è Tim Tooney, che nella stessa band ha il ruolo di trombettista.
OCEANO MARE
Oceano mare, altro grande capolavoro di Baricco, non è un romanzo per tutti. Lo stile dell’autore è ostico, spesso non particolarmente scorrevole, ricco di figure retoriche. Anche graficamente può risultare difficile, perché l’impaginazione è originale in alcuni punti. Da questo punto di vista Novecento è certamente più abbordabile. Ma Oceano mare è, a modesto parere di chi scrive, uno dei romanzi più belli e struggenti della letteratura contemporanea. Suddiviso in tre libri (Locanda Almayer, Il ventre del mare e I canti del ritorno), racconta le vite dei personaggi che si incontrano alla Locanda Almayer e narra di come le loro storie, tutte apparentemente diverse e inconciliabili, abbiano un fil rouge ben chiaro. Il fil rouge, senza alcuna sorpresa, è il mare. E allora troviamo Plasson e Bartleboom che cercano uno la fine e uno l’inizio del mare; Elisewin e Ann Deverià che usano il mare come una cura; Adams (o Thomas) che nel ventre del mare ha visto orrori inimmaginabili e che racconta il suo incontro con il mare e con gli esseri umani che si trova intorno, in un passaggio di rara bellezza, che prende ispirazione dal quadro La zattera della medusa del pittore francese Théodore Géricault.
IL MARE
Ma il vero motivo per cui vi stiamo parlando di queste due opere di Alessandro Baricco nello specifico, cari lettori, è che in entrambe c’è un altro personaggio, uno che si pone al livello di tutti gli altri e che gioca un ruolo fondamentale nelle trame: il mare. L’Oceano mare di Baricco ha un ruolo attivo in entrambe le storie, è un personaggio che agisce, che interviene, che modifica il corso degli eventi. Come accade spesso nei romanzi marinareschi, anche in questo caso il mare non è una semplice ambientazione, non è uno sfondo, ma un elemento fondamentale che concorre a delineare il racconto.
ALESSANDRO BARICCO ALLA LIBRERIA DEL MARE
Oltre ai libri di Baricco in questione, vi segnaliamo che alla Libreria del Mare sono disponibili anche diversi poster di fotografie di fari di Philip Plisson, fotografo francese cui pare che Baricco si sia ispirato per il personaggio di Plasson, strambo pittore. Se volete qualche altro consiglio di lettura, non vi resta che continuare a seguire i nostri articoli o passare a trovarci in via Broletto a Milano!