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il nastro azzurro

19,00

Sottotitolo: storia del primato di velocità dei transatlantici dal 1838 al 1952

Autore: frank o. braynard

Editore: ugo mursia editore

ISBN: LDM1688999018

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COD: LDM1688999018 Categorie: ,

Descrizione

Raro esemplare della prima edizione di U. Mursia editore del 1982 in ottimo stato di conservazione, collana “Biblioteca del Mare” 248 (Le strenne del mare 11). In-8 oblungo, legatura editoriale telata blu, con impressioni oro al piatto anteriore e al dorso; sovraccoperta in carta plastificata (ingiallita e con qualche segno del tempo ai tagli) illustrata a colori con alette; 96 pp. (con paginatura errata, contando anche i risguardi e le copertine), con risguardi illustrati azzurri, con 18 illustrazioni a colori e 18 fotografie e 3 diagrammi in nero tutti nel testo testo.

Tavole a colori di G. S. Tamaro e traduzione dall’inglese di Anna Roncaldier Tamaro.

Allegato al volume un articolo in 6 pagine estratto da un numero coevo della rivista Sorrisi e Canzoni TV, che cita anche il libro in oggetto.

Dall’aletta anteriore: Per quanto solo nel 1935 abbia ricevuto il sigillo dell’ufficialità, il Nastro Azzurro ha ben più di un secolo di tradizione. Dal Great Western (1838) che attraversava l’oceano affidandosi al vento e al vapore, si è giunti all’United States (1952), l’ultimo a conseguire questo ambito trofeo.

Per oltre cent’anni, fino all’avvento dei jets, le più belle navi, le più famose, hanno unito il Vecchio al Nuovo Mondo in una continua corsa contro il tempo attraverso le terribili tempeste del Nord Atlantico e quelle, più subdole ma non meno reali, della burocrazia, della concorrenza spietata, del nazionalismo più violento, delle guerre più devastanti.

Queste meravigliose unità, costruite da uomini che credevano nel progresso della scienza e della tecnica come fattore di civiltà, sono state condotte attraverso i mari da uomini animati da un costante e irriducibile spirito di emulazione. Dapprima ci fu la sfida tra la vela e il vapore, poi fu la volta dell’affermarsi dell’elica sulle ruote a pale, poi ancora – all’inizio del secolo – il gigantismo degli apparati propulsivi alimentati dalle squadre nere, fino allo splendore di forme e macchine degli Anni Trenta.

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