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la tragedia del convoglio “duisburg”

30,00

Sottotitolo: 9 novembre 1941

Autore: francesco mattesini

Editore: ristampa edizioni

ISBN: 9791280149541

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COD: 9791280149541 Categoria:

Descrizione

L’attacco delle unità navali britanniche al Convoglio Beta, noto soprattutto come Convoglio Duisburg, dal nome del piroscafo tedesco che esercitava le funzioni di capo convoglio, avvenne la notte del 9 novembre 1941, nel Mare Ionio, circa 100 miglia a sud delle coste della Calabria. Parteciparono al combattimento al comando del Commodoro William Agnew, gli incrociatori leggeri britannici AuroraPenelope e due cacciatorpediniere (Lance e Lively) della Forza K, salpati dal porto maltese della Valletta. Da parte italiana erano presenti, per la scorta a un convoglio di sette navi mercantili partito da Napoli e diretto a Tripoli, i due incrociatori pesanti della 3° Divisione Navale TriesteTrento e dieci cacciatorpediniere, al comando dell’Ammiraglio Bruno Brivonesi.

E’ ancora da definire con sicurezza, anche se vi sono parecchi indizi, se non certezze, le modalità di come i britannici riuscirono a scoprire il convoglio salpato da Napoli. Ciò avvenne esattamente nel punto in cui, superato lo Stretto di Messina e diretto per un certo tratto della navigazione con rotta est, il Convoglio Beta doveva cambiare rotta, dirigendo a sud verso l’Africa Settentrionale. Vi contribuirono indubbiamente gli avvistamenti della ricognizione aerea di Malta, nel pomeriggio dell’8 novembre, ma questi avvistamenti furono diretti sul punto esatto in cui transitava il convoglio italiano, perché nel frattempo erano arrivati parecchi indizi da parte della sofisticata organizzazione crittografica britannica ULTRA, decifrando trasmissioni della Regia Marina Italiana sui movimenti del convoglio. Documenti che si trovano in copia nell’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare Italiana.

Le navi britanniche della Forza K avvistarono per prime certamente (e, quindi, con buoni binocoli) il Convoglio Beta alla distanza di circa 11300 metri e lo seguirono per ben 17 minuti, preparandosi all’attacco, senza che nessuno sui piroscafi o sulle navi di scorta italiane, si accorgese della minaccia. L’attacco durò pochissimo tempo. Le sette navi mercantili del convoglio (cinque piroscafi e due petroliere) furono colpiute da distanza ravvicinata (5000 metri circa) da precisi colpi d’artiglieria e da lanci di siluri e in soli sette minuti erano tutte in fiamme. Affondarono insieme a uno dei cacciatorpediniere della scorta, il Fulmine. Un secondo cacciatorpediniere, il Libeccio, fu affondato l’indomani, mentre raccoglieva i naufraghi, dal sommergibile britannico Upholder. Le quattro unità britanniche non riportarono nessun danno.

La battaglia del Convoglio Beta, con le navi di scorta italiane che furono nettamente sorprese dall’attacco nemico e che non reagirono come avrebbero dovuto fare per una serie di motivi tutti biasimevoli che sono trattati in modo esaustivo in questo libro, rappresenta, nel corso delle operazioni belliche in mare aperto, il secondo più grave disastro della Regia Marina nella Seconda Guerra Mondiale, dopo quello della Battaglia di Capo Matapan della notte del 28 marzo 1941.

Mentre in Italia, ma anche in Germania, la sconfitta fu accolta con grande costernazione, malumore e proteste e da parte dei responsabili della Regia Marina si cercarono di giustificare le cause che la avevano determinata, in particolare presso un incredulo Capo del Governo e Ministro delle Forze Armate Benito Mussolini, lo straordinario successo conseguito dalla Forza K fu accolto a Malta e in Gran Bretagna con grandissima soddisfazione e non mancarono gli elogi e le medaglie per i comandanti e gli equipaggi delle navi che avevano realizzato quel successo.

Edizione: 2023

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