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storia dei velieri

Autore: felix llauge dausa

Editore: de vecchi (dve italia spa)

ISBN: LDM1688044970

Esaurito

Descrizione

Rara copia della prima edizione di Giovanni De Vecchi Editore del 1974 in buono stato di conservazione. In-4, legatura editoriale con copertina rigida in similpelle blu con impressioni oro al piatto anteriore e al dorso; sovraccoperta in carta plastificata (con numerosi strappi ai tagli e fortemente ingiallita in quarta) illustrata a colori con alette; con risguardi gialli illustrati in bianco (con etichetta coeva della Libreria Puccini a coprire il prezzo al risguardo posteriore); 256 pp. (con sporadiche sottolineature in evidenziatore giallo nel testo), con numerosissime illustrazioni in nero e in giallo nel testo e alcune tavole a colori fuori testo.

Traduzione e prefazione di Dino Riva.

Copertina a cura di Daniele Usellini.

Dalla prefazione: […] Guerre e scoperte. Avventure sui mari. Fantomatici mostri con smisurate candide braccia che le divinità dell’acque e dei venti spingono a traguardi contrastati: qui la dura, snervante ma pacifica tenzone per aprire nuove strade di comunicazione, allargare i commerci, proporre rinnovati interessi di fede e lavoro all’umanità; là l’impatto bestiale di legni, armi e animi tesi a cruentemente annullarsi.

Felix Llaugé appunta sagacemente questi contrasti e, non celando certo la sua origine mediterranea, indulge da innamorato del mare e da acuto ricercatore a squarci di cronaca, in alcune circostanze violentemente sconcertanti, dove alla vela si sostituisce protagonista l’uomo, angolato nei risvolti più deleteri delle esplosioni della sua anima.

Direi proprio che più che di storia e sviluppo di un mezzo utile all’uomo, l’excursus di Felix Llaugé sia intriso delle passioni che troppo spesso hanno ottenebrato ogni civile progresso. Per tutto l’arco: dai popoli del mare che nella seconda metà del II millennio a. C. invadono l’Egitto e distruggono l’impero ittita agli uomini, trafficanti o navigatori, della Lega Anseatica che impongono il loro dominio in vastissime nuove terre; dai protostorici pelasgi e caldei agli equipaggi dell’Invincibile Armata; dalla potenza marittima della Grecia alle scorrerie vichinghe; dalle scoperte di Colombo alle imprese dei legni lanciati sulle vie del tè o dell’oppio, accanto a triremi, nao, caracche, galee, vascelli, giunche, caravelle, clipper, sono sempre i sentimenti, anzi i vizi dell’uomo a far da mattatori sulla scena dei mari al punto di proporci la figura di un protagonista non tanto abile portatore sfileggiatore di rande, gabbie e velacci quanto manovratore astuto, se non subdolo, del destino dei suoi simili. […]

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