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il giornale di bordo di cristoforo colombo

Autore: cristoforo colombo

Editore: schwarz

ISBN: LDM1594902884

Esaurito

Descrizione

Raro esemplare della prima edizione di Schwarz del 1960 in ottimo stato di conservazione. In-8, legatura editoriale con copertina rigida telata granata con incisioni oro sul piatto anteriore e sul dorso; sovraccoperta in carta con alette illustrata a colori (con piccola rottura sul piatto anteriore); con ex libris sul risguardo in seconda; titolo in rosso nel frontespizio; 248 pp., con 88 illustrazioni in nero nel testo e 10 tavole a colori fuori testo da documenti dell’epoca.

Traduzione dallo spagnolo di Aldo Braibanti.

Introduzione di L. A. Vigneras.

Appendice di R. A. Skelton.

A cura di Eugenio Cassin.

Il grande navigatore genovese nell’atto che si accingeva a salpare da Palos, per il suo viaggio nell’oceano ignoto, fece il proposito di “scrivere diligentissimamente” ogni cosa che avrebbe fatto e visto e gli sarebbe accaduta, annotando “la notte quanto succederà durante il giorno e il giorno quanto avverrà la notte”.

Questa promessa, che fece ai Re Cattolici e a se stesso, egli mantenne scrupolosamente per tutti i suoi quattro viaggi di esplorazione e di scoperta, interrompendo il lavoro soltanto in occasioni straordinarie, quando cioè cadeva ammalato per le grandi fatiche e quando l’ingratitudine regia gli mise le catene ai piedi.

Il testo integrale del “Giornale” non è pervenuto fino a noi e ciò si spiega se si pensa che si trattava di documenti segreti, riservati alla conoscenza dei sovrani di Castiglia e Aragona e ai membri di quei supremi consigli, i quali dovevano tener gelosamente nascoste le indicazioni e le notizie marittime delle risorse dell’oceano.

Per pura fortuna, una copia del “Giornale” fu posseduta per qualche tempo dal Padre Bartolomeo La Casas, il quale riassunse largamente la parte relativa al primo viaggio e riprodusse alla lettera i passi più importanti di esso.

Il “Giornale di bordo” non è soltanto un monumento storico di fondamentale importanza, ma anche una notevole opera letteraria, se non per lo stile (Colombo conosceva male la lingua del paese a cui donò un Nuovo Mondo e spesso scriveva in modo arruffato e confuso, ignorando persino il valore preciso di molte parole castigliane), per l’espressione viva, immediata ed efficace e per la sincera rappresentazione di quanto l’autore vede e sente.

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