Carlo Fecia di Cossato è ricordato dalla storia navale come uno dei più abili e coraggiosi sommergibilisti italiani della Seconda Guerra Mondiale: al comando del Tazzoli, in 22 mesi affondò nell’Oceano Atlantico 16 mercantili per un totale di oltre 86.000 tonnellate di stazza lorda. Subito dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943, nelle acque di Bastia con la torpediniera di scorta Aliseo, fu anche l’artefice della prima vittoriosa reazione contro i tedeschi. Nel giugno del 1944, a Taranto, fu protagonista di una decisa presa di posizione filomonarchica che coinvolse parte dei marinai della flotta. Due mesi dopo, a Napoli, pose fine alla sua vita in circostanze confuse che, nel Dopoguerra, lo resero oggetto di strumentalizzazioni di parte. Questo libro non offre una risposta certa sugli ultimi giorni di Carlo Fecia di Cossato, difficilmente decifrabili per la solitudine spirituale nella quale maturò la sua decisione, ma cerca di approfondire alcuni aspetti di un periodo ancora poco chiaro della storia italiana.