Così come lo spopolamento di Venezia, quando è iniziato negli anni ’60, corrispondeva all’emergere di un’idea di modernità che prospettava nuovi comfort, nuove abitudini e nuovi stili di vita – l’automobile, il garage, i centri commerciali all’americana – facendo percepire in quel momento la città antica come vecchia e inadeguata, oggi è quell’idea di modernità, deformata dalla dismisura e resa sempre più impraticabile per gli effetti collaterali sull’ambiente e sul clima, che è diventata obsoleta e va aggiornata.
In questo secolo appena iniziato nel quale le città saranno l’habitat per la maggioranza delle persone che abitano la Terra, oltre alle nuove tecnologie per ridurre le emissioni e i consumi energetici, proprio le abitudini e gli stili di vita sono altrettanto cruciali e decisivi. Venezia e la sua Laguna sono un luogo unico nel mondo fondato su uno stile di vita centrato sull’uomo, sull’armonia e sull’equilibrio, che di per sé è testimonianza attiva della transizione al futuro sostenibile, in un clima ideale per favorire lo scambio di conoscenza e di saperi tra cultura umanistica, arte e scienze ambientali, un luogo di straordinaria ricchezza culturale e paesaggistica.
E allora è forse Venezia a essere oggi più attuale di molte altre città?