La Battaglia di Capo Matapan fu uno dei tanti dolorosi episodi della Seconda Guerra Mondiale in cui dedizione ed eroismo dei singoli vennero vanificati da incapacità e presunzione dei vertici di un Esercito Italiano che pianse un grande numero di caduti, ineludibile bagaglio di ogni guerra, ma che una gestione diversa avrebbe in qualche parte potuto evitare. Come i 2000 morti dello scontro del 28 marzo 1941 nelle acque greche di fronte a Capo Matapan, scontro che costò anche la perdita di cinque tra le più moderne navi della Marina Italiana dell’epoca. Filippo Avilia, archeologo e storico della marineria, traccia un preciso e spietato quadro della Regia Marina Italiana e ci accompagna, con profonda partecipazione, nel racconto degli ultimi due giorni prima dello scontro e, infine, nella tragica notte.