Riconosciuta da tutti come la più grande anabasi della storia moderna, l’avventura di Ernest Shackleton nell’Oceano Antartico ha prodotto film, documentari, trasmissioni TV, inchieste, siti internet dedicati, ricerche e un numero non calcolabile di libri. Ripercorrere oggi l’ultimo tratto della rotta per mare fino alla South Georgia e poi attraversare i ghiacciai dell’isola come fece Shack, che contava di trovare salvezza nelle stazioni baleniere, è un viaggio strano, frammentario, spezzato. Sulla mappa e sul terreno: un nonsense. Eppure il pellegrinaggio che l’autore ha compiuto parte in barca a vela, parte con attrezzatura alpinistica, ritrova il suo senso non solo nell’omaggio ai libri e alle parole del grande esploratore, ma negli incontri inattesi con la natura più selvaggia, interpretata con lo sguardo di oggi, nelle infinite storie antiche e recenti, quelle dei tanti esploratori, viaggiatori, famosi alpinisti e i tanti Robinson della fine del mondo. Ne è nato un libro di viaggio che è il logbook di un’esperienza autentica. Con il vento sempre allucinante che scompiglia mappe, tende, vele e pensieri.