Rimasta nella sfera dell’IRI, l’Ansaldo si trova alla fine della Seconda Guerra Mondiale di fronte a una serie di problemi cruciali. Da un lato, e per più motivi, urgeva ricostruire le attrezzature materiali, rinnovare i vertici, gestire la forza lavoro in un contesto radicalmente mutato. Dall’altro si imponeva una riconversione dei processi produttivi, del capitale umano e delle produzioni, in vista del riorientamento post-bellico della domanda. Gli attori presenti sulla scena (l’IRI, i manager, i sindacati, gli enti locali, lo Stato e più tardi la Comunità Economica Europea) recitano la parte che li riguarda con il massimo impegno, sebbene non sempre all’unisono. Verso la metà degli Anni Sessanta lo storico binomio Ansaldo–cantieristica sarà sciolto e sostituito con un nuovo progetto di sviluppo non privo peraltro di varie incognite.