Chi l’ha detto che per scrivere racconti fantastici e sovrannaturali è necessario attingere a sperdute dimore inglesi, brughiere nebbiose dove si nasconde chissà quale orrore o vetusti castelli teutonici tutti catene striscianti e cigolii di porte? Firmati da uno dei maggiori esperti italiani di letteratura fantastica, i racconti di quest’antologia hanno come scenario il mare, la macchia tirrenica e salentina, il genius loci di terre accarezzate dal vento e illuminate dal sole a picco. Il loro mistero emana dai profumi inebrianti di piante selvatiche a ridosso di spiagge e scogliere, si trova sul fondo di calette sferzate dalla calura estiva, in città ferragostane e inciso sui ruderi di antichi ponti romani. È un “gotico mediterraneo” che permette di accedere a “qualcosa d’altro”, a una “realtà alternativa”, ben più interessante di quella prosaica che frequentiamo tutti i santi giorni e di cui gli apologeti del “fatto compiuto” amano celebrare la squallida unicità.