In casi come questo corri il rischio di essere vinto dal folclore della bellezza dei porti, soprattutto i porti come Genova, che hanno un rapporto visivo con la parte storica della città. La mia metodologia è sempre la stessa: mi concentro sulla lettura degli indizi, sia quelli visivi sia quelli intercettati durante lo studio della letteratura sul territorio. Ho pensato così di creare quattro cataloghi di immagini, quattro capitoli che corrispondono ad altrettante storie: i ritratti di chi lavora all’interno di questo immenso cantiere; un capitolo di fotografie topografiche che documenta la trasformazione del territorio; un lavoro di “still-life” che repertizza in modo scientifico alcuni oggetti emersi dai fondali; e, infine, una sequenza in bianco e nero che guarda alle nuove terre emerse come si trattasse di una fotografia lunare, marziana, evocando il linguaggio delle prime fotografie di un pianeta alieno. In questo quarto capitolo, che ho chiamato “Man on the Moon”, per la prima volta mi sono trovato a fotografare in bianco e nero, non perché volessi dare una visione nostalgica ed evocativa delle terre emerse, ma perché è così che mi sono sentito: come Armstrong e Aldrin, un membro dell’equipaggio dell’Apollo 11.
Edizione: 2018