Dall’introduzione dell’autore: “La storia che mi accingo a narrare mi sembra più interessante di un romanzo, ma non è un romanzo. È il racconto dei fatti salienti della vita di un uomo di mare che ne passò di cotte e di crude sia in mare che sulla terraferma. Ma l’eccezionalità del racconto, a parte le numerose avventure, ora divertenti ora drammatiche, sta nel fatto che con esso scorrono tutti gli eventi salienti del secolo scorso. Dalla Rivoluzione Russa all’avvento del Fascismo e del Nazismo, dagli anni del proibizionismo alla crisi del ’29, dai drammi delle migrazioni per le Americhe alla Guerra nel Pacifico e così via, fino al Dopoguerra. Il protagonista è un dalmata, anzi lo era, perché dal 10 Febbraio 1998 le sue spoglie riposano nel cimitero di Fiume, la città marinara nella quale, dopo una gioventù tutta avventurosa, poté crearsi una famiglia e dove ebbe un porto di approdo per oltre mezzo secolo, gli ultimi anni di una lunga e spericolata vita protrattasi per nove decenni.”