Questo “manoscritto” vuole suscitare alcune curiosità. La prima è nei confronti di tipi di imbarcazioni che, pur avendo origini antichissime, si presentano alla nostra cultura occidentale come una novità. Altra curiosità riguarda il come, cioè come sono concepiti e concepibili, progettati e progettabili, costruiti e costruibili alcuni di questi multiscafi moderni, utilizzando mezzi, attrezzi e capacità accessibili a tutti, secondo una filosofia “minimalista” che non rinuncia, per la semplicità, all’affidabilità e alle prestazioni. La scelta del legno, materiale antichissimo eppure moderno sotto forma di compensato marino accoppiato a resina epossidica, è coerente con tale filosofia e perfettamente compatibile, anche in termini economici, con la costruzione amatoriale nella quale la voce manodopera è costituita da… divertimento. Viene descritta la tecnica di costruzione “per gusci” sperimentata sino a raggiungere livelli di semplicità e rapidità tali da realizzare in poche ore lo scafo. Un ulteriore aspetto importante è quello di partire “dal piccolo”. Si dice: “barca piccola, grande marinaio”. Infatti una barca piccola fornisce a chi la timona risposte immediate ed amplificate, dirette, tali da sviluppare una versa sensibilità. Inoltre, gli effetti degli errori non sono troppo gravi ed irreparabili.