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leggende dei mari del sud

Autore: aa.vv.

Editore: arcana editrice

ISBN: 9788879660419

Esaurito

COD: 9788879660419 Categorie: , ,

Descrizione

Raro esemplare della prima edizione di Arcana Editrice del 1994 in buono stato di conservazione, collana “Parola di fiaba” 27. In-8, brossura in carta ruvida nera e sovraccoperta in carta ruvida illustrata a colori con alette (con due strappi al taglio superiore al dorso e piccola porzione dell’aletta posteriore tagliata); 264 pp.; con bigliettino coevo applicato con nastro adesivo trasparente e segno di penna a pag. 1, ex-libris di Roberto Guerra al frontespizio;

A cura di Graziella Englaro e Antony Alpers.

Traduzione dall’inglese e prefazione di Graziella Englaro.

Dall’aletta anteriore: Sfuggite fino agli ultimi decenni del ‘700 all’interesse e alla ricerca degli occidentali, le favolose isole che compongono l’arcipelago polinesiano – Samoa, Tahiti, Pasqua, le Hawaii, la Nuova Zelanda e una miriade di atolli – cominciarono ad attrarre l’attenzione di missionari ed etnologi dopo i resoconti di viaggio del capitano Cook, che ancora nel 1770 si vide offrire da un indigeno un avambraccio umano come pasto. I miti, i costumi, la storia dei loro abitanti furono però studiati in modo sistematico solo nel nostro secolo, in particolare negli anni ’60, da Antony Alpers, dalla cui vasta raccolta di letteratura orale polinesiana queste fiabe sono tratte.

Il mondo che ne emerge è decisamente altro rispetto al nostro: alla pratica del cannibalismo e della caccia alle teste, ancora attuata nell’800, fa da contrappeso l’assenza totale di tabù sessuali, compensati da quelli riguardanti il cibo cotto, questo sì osceno, e l’uso di canti e formule magiche per accompagnare ogni attività della vita quotidiana. Figure di eroi si perpetuano nel tempo e riappaiono nelle leggende con una ripetitività che fa partedel ritmo della narrazione. Molte storie hanno carattere circolare e alcune contengono oscurità, situazioni non risolte e indecifrabili che nulla tolgono al’efficacia dei racconti, pervenuti fino a noi come certe statue antiche, magari prive di un braccio o di un piede ma non per questo meno ricche di fascino.