L’opera di Borden non è un elenco più o meno completo dei navigatori d’altura, ma un’epopea dello spirito marinaresco, un tentativo di definire, attraverso gli uomini che hanno vissuto in stretto contatto con la natura, il mare come componente ancestrale dell’uomo, fino a trarne una sorta di filosofia che esalta nell’elemento marino il senso del primordiale, dell’incorrotto, del perenne. In un modo o nell’altro, l’oceano ha resistito ai tentativi dell’uomo di addomesticarlo, di lottizzarlo, di ipotecare quelle risorse che appartengono all’intera comunità degli uomini, offrendo invece a tutti coloro che hanno regolato la loro vita al ritmo, al respiro immenso del mare un rifugio ai loro sogni, alle loro fantasie.