È una caldissima mattina di agosto e lungo la scarpata del Mottarone, sul versante prospiciente il Lago d’Orta, viene ritrovato il cadavere di un uomo precipitato con il parapendio. Il commissario Verano, chiamato sul luogo, cerca in quel viso sfigurato la risposta a una morte apparentemente accidentale. Un salto di pochi giorni indietro nel tempo: è Ferragosto e Marco guida verso Omegna, ritrovando i luoghi dove, da bambino, ha trascorso una vacanza insieme ai genitori, in un piccolo paese nascosto fra le montagne affacciate sulla sponda occidentale dello stesso lago. I ricordi gli si affacciano alla memoria, ossessionanti, facendolo sempre di più desistere dall’idea, impostagli da un amico, di gettarsi con il parapendio dal Mottarone. Salendo verso la cima ripensa a quei tempi lontani, al ragazzino che era e alla vacanza interrotta bruscamente. Il passato e il presente si fondono e le vicende di tanti anni prima rivendicano prepotenti la sua attenzione di adulto, chiudendolo in trappola.