Dai reclusi del bagno penale, impiegati per costruire il cantiere navale, fino ai loro discendenti, operai dell’ultima generazione, facevano più di due secoli che a Castellammare di Stabia si costruivano imbarcazioni. E in tanti, un po’ per scherzo, affermavano con il sorriso sulle labbra di avere lo stesso sangue dei galeotti facinorosi con le catene ai piedi. Chissà, forse dicevano sul serio.
Immagine in copertina timbrata a mano da ottoeffe.