La Alcatraz italiana. Così, nel passato, è stato definito l’ergastolo di Santo Stefano, il carcere borbonico costruito su un isolotto a un miglio da Ventotene e a venti dalla costa. Una fortezza in mezzo al mare dalla quale è impossibile fuggire. O quasi. Perché, in realtà, nei quasi due secoli di storia del penitenziario, non sono stati pochi i detenuti evasi. Qualcuno è arrivato in terraferma, di altri non si sono avute più notizie, altri ancora sono stati ritrovati nascosti sull’isola.
In queste pagine vengono ricostruite le loro storie basandosi soprattutto, e per la prima volta, sui documenti dell’archivio del carcere, adesso consultabili presso l’Archivio di Stato di Latina.
Storie di astuzia e di coraggio, di sfortuna e di disperazione.
C’è il saltimbanco che arriva a Ischia su una barchetta che ha un lenzuolo come vela. Ci sono il bandito e l’assassino che sostengono di essere arrivati a terra su due pneumatici di camion. E chi scompare per sempre, forse in mare, forse dove nessuno lo avrebbe più trovato.
Storie individuali che si intrecciano, come in un giallo, con le vicende di un carcere che da “tomba dei vivi” era diventato, negli anni Cinquanta, un penitenziario modello.
Edizione: 2024