della milizia marittima
Autore: cristoforo canale
Editore: istituto poligrafico e zecca dello stato
ISBN: LDM1595088263
Esaurito
Descrizione
Raro esemplare della prima edizione dell’Istituto Poligrafico dello Stato (in collaborazione con la Libreria dello Stato) dell’Anno VIII dell’Era Fascista (1930/31) in ottimo stato di conservazione. In-4, legatura editoriale in mezza pergamena con copertina rigida telata azzurra e angoli in pergamena su ambo i piatti; incisioni oro sui piatti e sul dorso; annotazioni in matita sui risguardi; con segnacolo azzurro sporgente oltre l’unghiatura e scolorito al piede; con frontespizio stampato in rosso e in nero; con 32 tavole in fototipia (eseguite da fotografie delle Ditte Alinari di Firenze, Anderson di Roma, O. Bohm e Reale Foto-Giacomelli di Venezia) in nero fuori testo, protette da carta velina con didascalia in nero; 336 pp. con barba al taglio davanti, con ex libris sul risguardo in seconda. Stampato a cura della Giunta d’Arte per le Pubblicazioni dello Stato su carta velina a mano di Pescia in edizione limitata (copia n. XI/111).
Opera in quattro libri trascritti e annotati da Mario Nani Mocenigo.
Dai cenni storici e biografici: “La opera Della Milizia Marittima del Canale che abbiamo voluto pubblicare integralmente fu sempre ritenuta in gran pregio e se ne ha la prova nelle numerose copie manoscritte che ne esistono. […]
L’importanza dell’opera deriva specialmente dal momento in cui è stata scritta che si deve ritenere sia stato il 1540.
Quel momento è stato infatti importantissimo per la marina remica, giacchè segnò per Venezia la fine delle galere vogate da volontari ed in tutte le marine il tramonto della classica trireme armata a tre remi e tre vogatori per banco. […]
Ad ogni modo la prova più tangibile del valore dell’opera del Canale è dimostrata dal fatto che egli fu incaricato nel 1556 di presiedere alla istruzione dei giovani patrizi nell’arte marinaresca e che la Serenissima adottò nella sua legislazione marinara molte delle proposte del Canale. […]
Leggendo l’opera si potrà infatti giudicare della vasta cultura che il Canale possedeva sia dal lato storico, che da quello letterario come da quello tecnico […].
Il trattato è impostato, come si usava in quei tempi in forma di conversazione alla quale egli fa partecipare quattro dei più notevoli personaggi vissuti a Venezia in quegli anni e che occuparono altissimi posti nel governo della Repubblica. Il Capitano Generale da mar Vincenzo Cappello, il Provveditore Generale d’Armata Alessandro Contarini e due Senatori alieni di cose di mare ma che si distinsero negli affari di Stato. Marc’Antonio Cornaro e Giacomo Canale zio dell’autore. […]
L’opera del Canale è interessante oltre che dal lato tecnico anche da quello letterario e costituisce un bellissimo esempio della erudizione dei nostri grandi uomini del Rinascimento. […]
Nella trascrizione dell’opera ho seguito esattamente il testo della copia migliore al quale non ho voluto cambiare la forma linguistica. Per renderlo più comprensibile ho adattato i periodi, quando è stato necessario, alla forma che si usa oggidì.”