Anche il Mediterraneo ebbe i suoi corsari, meno famosi ma non meno interessanti dei loro “colleghi” dei Caraibi; essi furono una presenza costante e pericolosa soprattutto tra la fine del XVI e l’inizio del XIX Secolo, nel quadro di contrapposizione e di convivenza tra gli stati cristiani e l’Impero Ottomano. Una “guerra inferiore”, che vide protagoniste le navi corsare che avevano le loro basi nelle “reggenze barbaresche” di Algeri, Tunisi e Tripoli, senza dimenticare la miriade di piccole fuste e sciabecchi che trovavano rifugio nei tantissimi anfratti delle coste del Mediterraneo. Una pratica, quella della guerra di corsa, legata a quella della schiavitù, che oltre ai marinai messi ai remi sulle galee coinvolgeva anche i pescatori e le popolazioni costiere, abituate per secoli a temere l’arrivo dei Turchi sulle spiagge e che ha dato vita ad una ricca produzione artistica e folclorica…E dove spesso le distinzioni e le contrapposizioni si rivelano molto più sfumate e ambigue di quanto non appaia al primo sguardo.