con la pelle appesa a un chiodo
Sottotitolo: la guerra sul mare: 1940-1943
Autore: vero roberti
Editore: ugo mursia editore
ISBN: LDM1689871160
Esaurito
Descrizione
Raro esemplare della seconda edizione di U. Mursia & C. del 1972 in perfetto stato di conservazione, collana “Biblioteca del Mare” 22 (La guerra sui mari 3). In-8, legatura editoriale telata blu con impressioni oro al piatto anteriore e al dorso; sovraccoperta in carta plastificata illustrata a colori con alette; 276 pp. ingiallite, con 46 fotografie in nero fuori testo.
Con volantino promozionale coevo.
Dalle alette: Un libro di ricordi di guerra sul mare che riesce ad attingere la validità del documento storico obiettivo e fedele. L’Autore – già noto corrispondente di guerra e attualmente giornalista politico fra i più quotati – vi narra la sfortunata ed eroica guerra della Marina italiana, durante l’ultimo conflitto, così come egli la visse a bordo di varie navi. Le sue testimonianze e le sue ricerche illustrano episodi di guerra sui mari, dall’Egeo all’Atlantico, dalla Manica al Mare d’Africa.
Imbarcato in qualità di giornalista militarizzato su incrociatori, torpediniere e su navi mercantili, Vero Roberti descrive, spesso in prima persona, numerosi combattimenti navali e la sanguinosa battaglia dei convogli: sono pagine traboccanti di amarezza e di dolore, di delusione e di risentimento, che rivelano alcune verità prima d’ora taciute o mascherate. L’Autore dimostra, ad esempio, come alla vigilia della battaglia di El Alamein la Marina Militare fosse stata capace, nonostante la crescente ed ostinata offesa nemica, che allora sprecava coppiole di siluri per affondare un peschereccio, di far giungere nei porti della Cirenaica, della Libia e nelle immediate retrovie del fronte egiziano ingenti quantitativi di carburante, che avrebbero potuto soddisfare la baldanzosa arroganza del maresciallo Rommel. Sicché risalta – sulla base di un’inoppugnabile documentazione, finora inedita – la patente assurdità della tesi di coloro che sono venuti sostenendo che la disfatta italo-tedesca in Africa dell’autunno ’42 andrebbe unicamente addebitata ad una nostra occasionale mancanza di benzina e di nafta.