L’autore racconta con sapienza e arguzia l’ultramillenaria relazione fra l’Atlantico e gli esseri umani (predatori vichinghi e monaci irlandesi, cacciatori di balene e mercanti di schiavi, posatori di cavi e pirati), mescolando storia e aneddoto, geografia e ricordi personali, scienza e affabulazione. Il risultato è un’epopea del “mare interno della civiltà occidentale” maestosa, sorprendente, burrascosa e cangiante quasi quanto l’oceano stesso.