Nell’aprile del 2013 Brett Archibald, imprenditore di Città del Capo e appassionato surfista, cade da una barca nel mare in tempesta e nel cuore della notte, in pieno Oceano Indiano, durante una spedizione di surf alle isole Mentawai, in Indonesia. Nessuno a bordo si rende conto dell’accaduto fino al mattino successivo. Il peggior incubo che chiunque vada per mare possa immaginare. Una situazione in cui le possibilità di sopravvivenza sono davvero ridotte al minimo. Invece, Brett riesce a resistere per più di ventotto ore, senza niente a cui aggrapparsi e senza nessuna certezza di essere ritrovato, solo grazie a un’eccezionale determinazione e alla sua forte costituzione fisica. Durante la sua permanenza in acqua viene punto da sciami di meduse, avvicinato da uno squalo, attaccato in pieno viso da un gabbiano. E, peggio ancora, assalito da paure, allucinazioni, fantasmi interiori. Ma dopo due notti e un giorno in mare viene infine avvistato e salvato da un’imbarcazione comandata da un burbero e tenace skipper australiano, grande conoscitore di quelle acque. Molti sono i diari di naufraghi che sopravvivono su zattere o galleggianti improvvisati, ma a rendere unica la storia di Brett Archibald c’è l’impresa di un uomo solo in mezzo all’oceano, che per restare a galla e salvarsi può fare affidamento soltanto sulle proprie risorse fisiche e mentali e riesce a farlo per un tempo assolutamente incredibile.