Description
Raro esemplare della prima edizione di De Donato del 1972 in perfetto stato di conservazione. In-8, legatura editoriale telata crema con incisioni arancio al piatto anteriore e al dorso; sovraccoperta in carta illustrata a colori con alette; 432 pp., con risguardi illustrati a colori, alcune illustrazioni in nero nel testo e numerosissime tavole fotografiche a colori fuori testo.
Dall’aletta anteriore: Sedicimila miglia da est a ovest, dalla costa americana a quella australiana toccando le Galapagos deserte e le Hawaii sovrappopolate, la Micronesia, la sacra Isola di Pasqua, le Trobriand, la turistica Tahiti e le Tuamotu contaminate da cinquanta esperimenti atomici, e la Nuova Guinea, le Sottovento, Samoa, le Salomone, la Caledonia: è questo l’itinerario compiuto da Folco Quilici in quattro viaggi seguendo le rotte non tracciate su nessuna carta nautica attraverso il Sud Pacifico, un oceano che è continente.
Chiunque si sarebbe accontentato della inesauribile mutevolezza del paesaggio fisico immerso nel più mutevole degli elementi.
Quilici no: al viaggio attraverso gli uomini, le terre emerse e la distesa d’acqua dell’Oceania egli ha intrecciato il percorso non meno avventuroso nel tempo, nella storia e nella cultura di quella parte del mondo. Così al giornale di bordo del viaggiatore si è unito il taccuino dell’etnologo, al gusto di dar conto del diverso da noi, caro al viaggiatore di tutti i tempi, si è sommata la pazienza del ricercatore e dello studioso di una civiltà ancora misteriosa e affascinante.
I vari piani in cui si divide il libro di Quilici si spiegano dunque scoprendo la doppia molla che ha mosso l’autore: la spinta a conoscere la realtà attuale dell’Oceania attraverso le vertiginose trasformazioni verificatesi negli ultimi anni e la volontà di ricostruire, organizzare, descrivere quel che gli studi e le interpretazioni più accreditate hanno svelato a partire dalle prime scoperte geografiche fino alle ultimissime ipotesi dell’etnografia. Oggi che l’Oceania sta morendo sotto l’azione combinata della spinta all’occidentalizzazione e della distruzione ecologica, il viaggio di Quilici, nello spazio e nel tempo del continente oceano, acquista un valore e un fascino inconsueto: non è certo più consentito guardare a quella parte del mondo come all’ultimo paradiso ma forse è arrivato il momento di considerarla per quello che veramente è stata: un momento della civiltà in cui il rapporto dell’uomo con la natura fu magicamente perfetto.