Fra il 1914 e il 1918 nel relativamente piccolo spazio mediterraneo si affrontarono la Marina inglese, francese, italiana, russa, giapponese e americana da una parte e quella tedesca, austro-ungarica e turca dall’altra. A quel mosaico di settori, campagne e operazioni, apparentemente slegati l’uno dall’altro, è corrisposta nella storiografia navale una grandissima quantità di studi, narrazioni e memorie, spesso assai valide, ma altrettanto scollegate, non sorrette da quella visione d’insieme che Halpern riesce, invece, per la prima volta a dare del teatro mediterraneo, partendo da un’imponente opera di ricerca incrociata in tutti gli archivi, mai svolta prima. Ciò consente al lettore da un lato di farsi un’idea più precisa sull’importanza del Mediterraneo nel quadro della guerra marittima e, in generale, del Primo Conflitto Mondiale, dall’altro di apprezzare meglio il ruolo e il peso effettivamente assunti dai singoli settori e dalle singole Marine. Connessa è l’indagine che l’autore ha condotto su ambiti poco esplorati, come gli orientamenti politico-militari degli alti comandi navali, i piani di guerra e la stessa genesi delle operazioni navali, nonché i rapporti fra le Marine all’interno dei rispettivi campi di lotta, i reciproci giudizi e le relazioni fra queste, la politica e le altre forze armate.