la città dei mille bianchi velieri: camogli
Author: gio bono ferrari
Publisher: società capitani e macchinisti navali di camogli nuova editrice genovese
ISBN: LDM1685099559
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Description
Raro esemplare della prima edizione della Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli Nuova Editrice Genovese del 1991 in ottimo stato di conservazione. In-8, legatura editoriale con copertina rigida cartonata in similpelle blu e impressioni oro al piatto anteriore e al dorso; sovraccoperta in carta (con qualche segno del tempo) illustrata a colori con alette; 496 pp. (le prime 8 in numeri romani), con dedica a penna al risguardo anteriore e 22 disegni in nero dell’autore fuori testo.
Dalle alette: Gio Bono Ferrari (Camogli, 2.5.1882 – ivi, 26.10.1942)
Appassionato fin da ragazzo del mare che aveva imparato a conoscere dai racconti del nonno, dovette rinunciare ad essere marinaio egli stesso perché – dopo le elementari – il padre lo volle con sé in Argentina. Qui studiò, si diplomò da ragioniere e lavorò per anni alle dipendenze del Ministero dell’Agricoltura nel Chaco e nella Pampa quale relatore ed illustratore di gruppi di studio e ricerca sulla cerealistica. Nel 1916 rientrò in Italia per partecipare come volontario alla I guerra mondiale. Dopo il conflitto si stabilì definitivamente a Camogli e lavorò nell’ambito portuale genovese come perito in cereali.
La vecchia passione di marinaio mancato, unita al fascino della navigazione a vela giunta oramai al tramonto, lo spinsero a raccogliere, con infinita pazienza, dati, notizie, storie di uomini e di navi.
Con la vela terminata un’epoca straordinaria di rischi, audacie e imprenditorialità che avevano segnato la fortuna di Camogli. Non era giusto che con l’avventura finisse anche la memoria storica.
Ferrari diventò così ricercatore appassionato, autodidatta solitario e – sebbene privo di metodo e con notevoli difficoltà linguistiche – ebbe la caparbietà di voler salvare la storia marinara del suo paese. Buon grafico, completò il libro con disegni a china soprattutto per evidenziare i diversi tipi di velieri in uso nell’800.
Dopo la pubblicazione de La città dei mille bianchi velieri: Camogli l’autore scoprì – attraverso la [refuso, NdR] solite chiacchierate amichevoli nella Società dei Capitani – che quasi tutte le famiglie camogliesi conservavano oggetti e ricordi del loro passato. Erano quadri, bozzetti di velieri, polizze di carico, libretti di navigazione, antichi strumenti nautici.
Ferrari avanzò così la proposta di raccogliere il tutto in un Museo municipale. La risposta del paese fu spontanea ed unanime. Dalle case, dalle soffitte uscirono gli oggetti più disparati e interessanti che tre anziani marinai restaurarono con competenza e generoso entusiasmo. Camogli ebbe così il suo Museo, testimonianza tangibile di ciò che il paese aveva rappresentato nella storia della marineria velica. Il vanto del fondatore era uno solo e lo ripeteva spesso: Ogni oggetto è stato un dono, un tassello della nostra storia, e il Museo è veramente di tutti i camogliesi.
Dello stesso autore, facenti parte della Trilogia della Vela:
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