Cinque secoli fa Cristoforo Colombo ha lanciato la sua sfida al mondo e da cinque secoli il mondo continua a raccoglierla, affascinato dal mito di un uomo capace di superare le frontiere della conoscenza. Ma perché è toccato proprio a lui, a questo genovese determinato e aggressivo, “scoprire” l’America? A questa domanda risponde il saggio di Gabriella Airaldi che indaga le radici della globalizzazione, nel cuore del medioevo, alla ricerca di quella “curiositas” che spinse alcuni uomini del Mediterraneo a superare le frontiere, affrontando senza sosta itinerari ignoti e difficili. Il viaggio di andata e ritorno, ossia di “scoperta”, che, nel nome del genovese Colombo, ha portato l’Europa verso un Mondo Nuovo, ha dimostrato soprattutto questo: che una scoperta non consiste soltanto nell’andare in un posto sconosciuto, ma anche saperne tornare, conoscere, sperimentare, rischiare, oltrepassando i confini dati, reali e mentali, laici e religiosi.