Dalla prefazione: Nelle vicende della Guerra nel Mediterraneo Malta ha rappresentato nel modo più evidente la catastrofica condotta italiana.
La mancata conquista dell’isola, l’irrazionale metodo con il quale fu attaccata, l’averne sottovalutato la vera importanza, contribuirono a fare della roccaforte una spina pungente delle nostre attività aeree e navali. […]
Il lungo sanguinoso assedio spettò esclusivamente alla Regia Aeronautica che fu costretta a impegnarvi un’intera preziosa Squadra Aerea sottraendola da altri fronti.
Alcuni dei più bei nomi dell’Arma Azzurra trovarono in quel cielo blindato da Spitfire e Hurricane l’olocausto: Furio Niclot Doglio, Valerio Scarabellotto, Antonio Chiodi, Nello Brambilla, Carlo Romagnoli, Eugenio Leotta, Aldo Quarantotti… […]
E’ proprio in omaggio a quegli eroi alati che ho voluto (chiedo venia ai marinai!) aprire questo libro di Marina con una pagina di Aeronautica, ricostruendo il primo giorno di guerra quando ancora ci si illudeva su di una guerra breve decisa dalla politica. Poi i mesi, gli anni passarono e Malta divenne quell’orgoglioso ossessionante emblema britannico che si irrideva delle nostre forze a pochi chilometri.
Proprio questa sua caratteristica simbolica attrasse Moccagatta, Tesei, Carabelli… che malgrado la evidente pericolosità della missione vollero a tutti i costi provare a metterla a tacere, togliendole quell’aureola di superiorità e invincibilità […].
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