“Che cos’è un Mas? Una coppia di siluri a cavallo del coraggio del marinaio. Non c’è altro”.
Non c’è migliore definizione di questa frase “scolpita” da un corrispondente di guerra di quei giorni lontani per definire i Marò degli equipaggi dei MAS nel secondo conflitto mondiale. E il libro racconta del coraggio e dell’abnegazione estrema di questi Marò, che spesso, assai spesso, fecero molto di più di quanto richiesto normalmente ad un marinaio in guerra.
Dal torrido Mar Rosso all’estremo gelido nord del Lago Ladoga, all’insidioso Mar Nero e al tempestoso Canale di Sicilia quei marinai seppero anche morire alla grande sul mare in missioni di guerra, dove sovente più che il coraggio mancò la fortuna. Morirono senza retorica, perché non c’è retorica che tenga quando il prezzo da pagare è con il proprio sangue.
Onore a quegli equipaggi, che furono sempre pronti a “osare l’inosabile” in ossequio all’incitamento e ai dettami di Gabriele D’Annunzio, anch’egli eroe dei MAS.