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il naufragio della meduse

Sottotitolo: la più famosa tragedia del mare

Autore: georges bordonove

Editore: ugo mursia editore

ISBN: LDM1658160207

Esaurito

Descrizione

Raro esemplare della prima edizione di U. Mursia Editore del 1977 in buono stato di conservazione, collana “Biblioteca del mare” 148 (Drammi, misteri e tesori 10). In-8, brossura (con qualche segno del tempo e legatura crepata in diversi punti) illustrata in blu e bianco; privo di sovraccoperta; 312 pp.; con 1 cartina in nero nel testo e 35 tavole in nero fuori testo.

Traduzione dal francese di Piero Nicola.

Dalla prefazione: L’articolo 8 del Trattato di Parigi del 30 maggio 1814, fra Luigi XVIII e le Potenze Alleate, cioè nemiche della Francia, era così concepito:

Sua Maestà Britannica, stipulando per sé e per i suoi Alleati, s’impegna a restituire a Sua Maestà Cristianissima, entro i termini più oltre fissati, le colonie, le pescherie, le agenzie commerciali e le istituzioni d’ogni genere che la Francia possedeva a tutto il 1° gennaio 1792, sui mari e sui continenti d’America, Africa ed Asia…

L’articolo 14 fissava a tre mesi la restituzione di quei territori, fra i quali figurava il Senegal.

Il ritorno dall’isola d’Elba: i Cento Giorni, ritardarono queste riprese di possesso, che comportavano l’invio di spedizioni civili e militari in varie parti del globo. Dopo la disfatta di Waterloo e la seconda abdicazione di Napoleone, il Trattato di Parigi venne reso più gravoso da una Convenzione firmata il 20 novembre 1815, il cui articolo 2° confermava tuttavia, né più né meno, le retrocessioni coloniali promesse dall’Inghilterra.

Da quel momento spettò al ministro della Marina e delle Colonie, visconte di Bouchage, formare le divisioni navali necessarie: impresa difficile, a causa della situazione finanziaria (oberata dalle spese di occupazione e dall’indennità di guerra) e delle condizioni della flotta, ridotta in cattivo stato da una serie di sconfitte, trascurata nella manutenzione e parzialmente in disarmo.

Non potendo disporre d’una nave più adatta ad assolvere questa missione e degna di trasportare un governatore, egli designò La Méduse quale fregata comandante della divisione del Senegal, affidandone il comando a un certo Duroy de Chaumareys. Non avrebbe potuto certamente prevedere che quella scelta, per altro conforme alla politica del momento, gli avrebbe causato quanto prima la perdita del dicastero e scatenato contro l’opinione pubblica.

Questi, gli antecedenti – giuridici e amministrativi – del naufragio de La Méduse, dramma vasto e complesso, di cui il dipinto di Géricault illustra soltanto un episodio, rivestendo bensì il triplice carattere di fatto di cronaca marinara, di procedimento giudiziario e di caso politico.

Per cogliere i differenti aspetti di questo dramma e cercare di renderli con precisione, occorreva condurre un’indagine minuziosa, non soltanto sullo sventurato comandante de La Méduse, sui suoi ufficiali e su quei passeggeri il cui nome è rimasto nella storia, ma anche sulla nave in quanto tale. […] La ricerca sui suoi precedenti di nave è stata perciò accurata come quella su Chaumareys, sul governatore del Senegal e sugli altri partecipanti. Si è voluto sapere cosa avvenne del relitto e quale fu il destino di ciascuno di coloro che l’abbandonarono sul banco di Arguin; inoltre quali opere, insignificanti o sublimi, abbia ispirato questo naufragio memorabile fra tutti. […]