È rimasta un mito per quasi un secolo e si è trasformata in realtà solo a metà degli anni Ottanta con la costruzione del Giuseppe Garibaldi. Una storia, quella della portaerei italiana, che vede la Marina Militare sperimentare con entusiasmo palloni e aerei imbarcati, studiare con attenzione i prototipi e le esperienze di altri paesi per poi inciampare nella carenza di infrastrutture e l’incompetenza delle autorità. Forse era colpa delle scadenti capacità produttive delle industrie italiane? Forse, ma non nel periodo fra le due guerre, che annovera i progetti innovativi di Gianni Caproni, le ricerche di alcune aziende e gli studi di Luigi Gagnotto e Romeo Bernotti. L’autore ripercorre in maniera organica questa storia di indecisione e frustrazione, tracciandola sempre in parallelo agli eventi stranieri e mettendo in risalto la creatività e la competenza di molti tecnici che per anni lavorarono nell’ombra.