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Tag: Esplorazione

Shackleton e la sua grande impresa

Sir Ernest Henry Shackleton

Cari lettori, eccoci con il nostro consueto appuntamento con un classico della letteratura marinaresca. Oggi torniamo, dopo qualche tempo, a parlare di grandi esploratori e lo facciamo raccontando la celebre impresa di Sir Ernest Henry Shackleton, considerato uno degli eroi dell’esplorazione antartica.

LA NASCITA DI UN ESPLORATORE

Ernest Shackleton, abbandonato il college in cui studiava, sulla scia delle orme paterne, per diventare medico, iniziò la sua carriera in mare unendosi alla marina mercantile britannica. La vita da mozzo non era, però, adatta alle sue ambizioni e ben presto Shackleton si rivolse verso l’esplorazione. Il primo passo in questa direzione fu quello di imbarcarsi a bordo della Discovery per l’omonima spedizione antartica guidata da Robert Falcon Scott.

LA SPEDIZIONE NIMROD

Shackleton si dedicò poi per qualche tempo alla politica e alla scrittura, ma il richiamo dell’Antartide lo portò a organizzare una sua spedizione: la Nimrod Expedition, mirata all’esplorazione del continente e al raggiungimento del Polo Sud. La spedizione fu finanziata con difficoltà e si svolse dal 1907 al 1909. Il campo base fu stabilito sull’Isola di Ross, vicino a quello della spedizione Discovery guidata da Scott. Shackleton riuscì a raggiungere importanti obiettivi, come la scalata del Monte Erebus e la scoperta del Polo Sud Magnetico. Tuttavia, il tentativo di raggiungere il Polo Sud fallì a causa di preparativi insufficienti e di problemi con l’attrezzatura. Shackleton e tre compagni arrivarono a soli 180 km dal Polo Sud prima di decidere di tornare indietro per salvaguardare le loro vite. Nonostante il fallimento nel raggiungere il Polo Sud, Shackleton detenne il primato di avvicinamento per tre anni.

LA SPEDIZIONE ENDURANCE

La sua impresa più famosa rimane, però, la Spedizione Endurance del 1914-1917, un’epica storia di sopravvivenza, coraggio e determinazione nell’affrontare le avversità più estreme. La spedizione di Shackleton per attraversare il continente antartico partì da Plymouth nel 1914, poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale. L’Endurance rimase intrappolata nella banchisa nel Mare di Weddell nel gennaio 1915 e venne stritolata dai ghiacci dopo quasi dieci mesi di deriva. Shackleton e il suo equipaggio, naufraghi alla mercè di uno degli ambienti più inospitali del nostro pianeta, iniziarono quindi la lotta per la sopravvivenza, affrontando stenti, sofferenze e sfide inimmaginabili. Nonostante le avverse condizioni meteorologiche e le difficoltà incontrate, comunque, Shackleton riuscì a organizzare il salvataggio di tutti i suoi uomini, dimostrando un coraggio straordinario e una leadership senza pari.

I LIBRI SULLA SPEDIZIONE ENDURANCE

Ora che abbiamo riassunto a grandi linee la vita di questo straordinario esploratore, veniamo a noi. Numerosi libri sono stati scritti per narrare le incredibili sfide affrontate da Shackleton e dal suo equipaggio durante questa spedizione leggendaria.

Endurance – L’incredibile viaggio di Shackleton al Polo Sud di Alfred Lansing è considerato il miglior resoconto della spedizione in assoluto. Il libro cattura l’essenza dell’impresa di Shackleton attraverso una narrazione avvincente e dettagliata. Lansing trasporta i lettori in un viaggio straordinario attraverso il gelo implacabile dell’Antartide, mentre Shackleton e il suo equipaggio lottano contro il freddo, la fame e l’isolamento per sopravvivere e trovare il loro cammino verso la salvezza. Avvincente come un romanzo, crudo come la realtà. Se volete dargli un’occhiata, lo trovate qui.

Sud – La spedizione dell’Endurance, invece, consiste nella pubblicazione del diario di bordo dello stesso Shackleton, che testimonia la terribile quotidianità di quei lunghi anni trascorsi in mezzo ai ghiacciai, a bordo di scialuppe, a piedi tra i monti. Un racconto duro, ma necessario per restituirci la verità di quanto accaduto. Se volete saperne di più, basta cliccare qui.

Ultimo, ma non per importanza, vi proponiamo Shackleton in Antartide, con le fotografie di Frank Hurley. Famoso fotografo e cineoperatore, Hurley partecipò alla spedizione di Sir Ernest Shackleton continuando a fotografare fino alla fine, nonostante le difficoltà, e catturando addirittura l’arrivo dei soccorsi e il salvataggio dei naufraghi di Elephant Island il 30 agosto 1916. Le sue fotografie costituiscono la testimonianza di una delle più incredibili odissee antartiche della storia e uno dei più impressionanti reportage fotografici di sempre. Trovate anche questo libro sul nostro eshop, cliccando qui.

Oro puro: la scoperta dell’America come non l’abbiamo mai sentita

Oro puro

Cari lettori, se vi dicessimo 12 ottobre 1492, a cosa pensereste? Esatto: alla scoperta dell’America! Questa è proprio una di quelle date che sono impossibili da dimenticare, un po’ come la presa della Bastiglia o l’incoronazione di Carlo Magno. Il motivo per cui in questo articolo vi parliamo della scoperta dell’America è la recente uscita di un bellissimo romanzo firmato da Fabio Genovesi, che si intitola Oro puro.

LA TRAMA

Nuno è un granchio. No, non è un granchio, è un ragazzo di 16 anni, ma la sua mamma, mancata da pochi mesi, l’ha sempre chiamato così: granchio... e proprio come un granchio Nuno, che vive a Palos, in Spagna, sul mare, non ha mai voluto allontanarsi dal suo scoglio. Per una serie di eventi casuali, però, Nuno si troverà a doversi imbarcare su una nave dal nome particolare: la Santa Maria. Sì, proprio quella Santa Maria, la caravella che condurrà Cristoforo Colombo e il suo equipaggio alla scoperta dell’America.

NUNO

Leggendo Oro puro scopriamo che Nuno è l’unico a bordo a essere in grado di leggere e scrivere; questo lo porterà a diventare lo scrivano di Colombo. Durante il viaggio si accorgerà, inoltre, di avere molto in comune con gli altri uomini dell’equipaggio, molto più esperti di lui in tema di navigazione. Tutti, infatti, sono molto spaventati da questa folle impresa, indipendentemente dalle loro esperienze pregresse.

UNA CRITICA ALL’UMANITÀ

Oro puro non è solo un romanzo che ci regala una prospettiva tutta nuova sul viaggio di Cristoforo Colombo, ma è anche una critica al mondo di oggi e di ieri. Fabio Genovesi utilizza la storia della scoperta dell’America per raccontarci imprese, amori, crudeltà spaventose e improvvise tenerezze, svelandoci violenze, soprusi e malintesi. Ciò che emerge maggiormente dalle pagine di Oro puro è, però, una verità ancor più dolorosa: gli uomini hanno da sempre un istinto indomabile a prendere, consumare e distruggere tutto, persino se stessi.

FABIO GENOVESI

L’autore, vincitore nel 2015 del Premio Strega Giovani, non è nuovo nel panorama della letteratura marinaresca, anche perché, come Nuno, è nato e cresciuto al mare.

Se volete dare un’occhiata a Oro puro, basta cliccare qui.

Per saperne di più, invece, riguardo Il calamaro gigante, che è il suo primo romanzo marinaresco, cliccate qui.