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Tag: Cartografia nautica

La cartografia nautica è al contempo un’arte e una scienza, che produce un particolare tipo di carta geografica contenente informazioni utili ai naviganti. La rappresentazione più diffusa è la proiezione di Mercatore; più raramente si utilizza, invece, la proiezione gnomonica.

La cartografia nautica si sforza di riprodurre sulle carte numerose informazioni: porti, ancoraggi, relitti, cavi sottomarini, secche e segnalamenti sono solo alcuni esempi.

Nonostante l’avvento della tecnologia e la comodità della cartografia elettronica, ancora oggi in Italia le carte fanno parte della dotazione di sicurezza indispensabile per la navigazione oltre le 12 miglia dalla costa.

Il mare presenta molte insidie e, per questo motivo, aldilà della legge, è sempre consigliabile avere a bordo almeno una carta nautica della propria zona di navigazione, anche (e soprattutto) quando si naviga sottocosta.

La cartografia nautica (cartacea ed elettronica) è senz’altro indispensabile a bordo, ma non è sufficiente da sola a fornire tutti i dati utili ai naviganti. Le carte, infatti, sono il naturale complemento dei portolani e trovano la loro massima utilità solo utilizzate assieme a questi ultimi.

Per vedere le carte disponibili presso la Libreria del Mare, clicca qui.

Longitudine: storia di un orologiaio

Longitudine

Cari lettori, quello che state per leggere è un articolo dedicato a un classico della letteratura marinaresca, ma non ci stupiremmo se, questa volta, foste totalmente ignari di chi sia il protagonista dell’opera. Oggi parliamo di John Harrison, di Dava Sobel e di Longitudine, un libro che vi farà venire voglia di riscoprire la storia della navigazione.

PARTIAMO DALLE BASI

Prima di parlarvi di Harrison, di Sobel e del libro in questione riteniamo opportuno fare un breve ripasso di due concetti fondamentali in geografia e, quindi, anche durante la navigazione: latitudine e longitudine. La latitudine è la distanza angolare di un punto dall’Equatore (che, infatti, ha latitudine 0°); la longitudine è, invece, la distanza angolare di un punto dal meridiano di Greenwich.

PROBLEMI DI CALCOLO

Nel 1714 il governo britannico, che faceva della sua marina un grande vanto, si rese conto che c’era qualche problema con i sistemi di calcolo durante le navigazioni. Se, infatti, la latitudine era semplice da calcolare grazie alla posizione del Sole e della stella polare, non si poteva dire lo stesso della longitudine. Il calcolo della longitudine era impreciso, spesso errato, con conseguenze disastrose. Un calcolo sbagliato poteva, infatti, portare a naufragi e perdite umane. Per questo motivo si rese necessario trovare un metodo per misurarla correttamente. Come? Attraverso quello che oggi definiremmo un bando di gara.

JOHN HARRISON

Ed è a questo punto della storia che entra in campo John Harrison, l’orologiaio autodidatta che ha cambiato per sempre le sorti della navigazione. John, figlio di un falegname, era un grande appassionato di meccanica e ingranaggi e ne diede prova già a 20 anni quando, senza alcuna esperienza, realizzò un orologio funzionante interamente in legno. Da allora cercò di affinare sempre di più le sue capacità, finché si imbatté nel concorso indetto dal governo britannico: si offrivano ventimila sterline a chi avesse trovato un modo per semplificare e perfezionare il calcolo della longitudine.

IL PRIMO CRONOMETRO MARINO

Gli ci vollero cinque anni di studio, ma alla fine John riuscì a realizzare un cronometro marino caricato a molla in grado di calcolare anche in mare aperto l’esatta longitudine della nave sulla quale era stato installato. Tuttavia la prima versione del suo cronometro, chiamato H1, era decisamente ingombrante e pesava oltre 35 kg. Anni dopo, la versione H4 raggiunse la perfezione, ma il governo gli pagò solamente la metà del premio stabilito, imponendogli di produrne altre due copie identiche. Harrison, ormai anziano, si mise al lavoro sul modello H5 e commissionò a un collega (Larcum Kendall) la produzione della seconda copia, che sarà poi chiamata K1. Il risultato? Harrison non riscosse mai il premio per intero, ma la sua geniale invenzione cambiò per sempre la storia della navigazione: pensate che il K1 venne utilizzato persino dal celeberrimo James Cook nelle sue esplorazioni dell’Oceano Pacifico!

DAVA SOBEL

Dava Sobel, divulgatrice scientifica, ha raccontato questa storia straordinaria e incredibilmente poco conosciuta nel suo saggio Longitudine. Disponibile alla Libreria del Mare, quest’opera ci permette di conoscere a fondo la genialità di Harrison, le fatiche e gli ostacoli incontrati sul suo cammino e quanto il suo lavoro abbia cambiato la storia della navigazione.

Se volete dare un’occhiata al classico di Dava Sobel, cliccate qui.

Per saperne di più sui viaggi di James Cook, invece, potete sbirciare i suoi diari di bordo cliccando qui.

 

Emilio Delfino, navigatore cartografo

Emilio Delfino

Cari lettori, come sapete alla Libreria del Mare non si trovano solo libri, ma anche carte nautiche, stampe, dipinti e un’ampia selezione di oggetti che potremmo definire sea related. In questo articolo, dunque, vogliamo raccontarvi qualcosa di un autore a cui siamo molto legati, che era anche cartografo e pittore: Emilio Delfino.

UN ECLETTICO

Emilio Delfino non si considera un artista e neanche grafico o illustratore, ma piuttosto un artigiano, nel senso alto, umanistico, della parola. Uno spirito rinascimentale, un personaggio eclettico che nella nostra era di iperspecializzazione si ostina a non separare arte e scienza, competenza tecnica e piacere dell’avventura, creatività e manualità.

Queste parole, che si possono leggere sul sito di Emilio, ben descrivono la sua personalità e il suo progetto.

LA CURA DEL DETTAGLIO

Una delle peculiarità del lavoro di Delfino era l’attenzione al dettaglio, quasi maniacale. Per la realizzazione delle sue opere, e cioè portolani, carte nautiche e diari di viaggio, Emilio non solo si metteva sempre in viaggio in prima persona, ma raccoglieva una quantità enorme di materiali di ogni tipo. Disegnava dal vero e scattava numerose fotografie in sequenza, per non perdersi neanche un particolare. Molte sue opere riportano, infatti, non solo i profili delle coste, ma anche le vedute prospettiche delle città.

I DIARI DI VIAGGIO

Esempio lampante delle qualità poliedriche di Emilio Delfino sono i suoi diari di viaggio, corredati dagli schizzi dei dipinti, dei monumenti e delle architetture che ha potuto ammirare in tutto il mondo durante i suoi viaggi per mare e per terra. Per dirlo a modo suo:

Che il viaggio si trasformi per i posteri in storia è uno di quei giochi del destino che fa sopravvivere il Diario del viaggiatore alle distruzioni che il tempo opera sulle cose

DELFINO ALLA LIBRERIA DEL MARE

Le creazioni di Delfino, ovviamente, sono esposte e conservate nei più celebri musei navali (e non solo) d’Italia e d’Europa. La Libreria del Mare è fra le pochissime botteghe che dispone di alcune sue opere in vendita. Per sapere quali, potete passare a trovarci in negozio o consultare il nostro e-commerce cliccando qui.

Delfino e Sirene

Rivista Sirene: evento in libreria!

Giovedì 21 Febbraio 2019 Alberto Coretti presenterà le storie contenute nell’ultimo numero della rivista “Sirene“. La pittrice Clelia Aglieri curerà un approfondimento sulla vita e sulle opere del cartografo Emilio Delfino. L’evento avrà luogo presso La Libreria del Mare, in Via Broletto 28 a Milano, alle ore 18.30.

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