Le carte nautiche sono un particolare tipo di carta geografica e contengono informazioni utili ai naviganti. La rappresentazione più diffusa è la proiezione di Mercatore; più raramente si utilizza, invece, la proiezione gnomonica.
Le informazioni contenute nelle carte nautiche sono molteplici: porti, ancoraggi, relitti, cavi sottomarini, secche e segnalamenti sono solo alcuni esempi.
Nonostante l’avvento della tecnologia e la comodità della cartografia elettronica, ancora oggi in Italia le carte fanno parte della dotazione di sicurezza indispensabile per la navigazione oltre le 12 miglia dalla costa.
Il mare presenta molte insidie e, per questo motivo, aldilà della legge, è sempre consigliabile avere a bordo una o più carte nautiche della propria zona di navigazione, anche (e soprattutto) quando si naviga sottocosta.
La cartografia nautica (cartacea ed elettronica) è senz’altro indispensabile a bordo, ma non è sufficiente da sola a fornire tutti i dati utili ai naviganti. Le carte, infatti, sono il naturale complemento dei portolani e trovano la loro massima utilità solo utilizzate assieme a questi ultimi.
Per vedere le carte disponibili presso la Libreria del Mare, clicca qui.
Cari lettori, oggi parliamo di James Cook, uno straordinario viaggiatore, esploratore e cartografo che ha segnato le sorti del mondo per come lo conosciamo oggi. Cook è, infatti, celebre per aver ampliato enormemente le conoscenze geografiche del XVIII Secolo.
LA VITA
James Cook è nato il 7 novembre 1728 a Marton, nello Yorkshire, in una famiglia modesta. Dopo aver iniziato la sua carriera nella marina mercantile britannica, entrò nella Royal Navy nel 1755 e si distinse come cartografo durante la Guerra dei Sette Anni. Da subito, infatti, fu notato per la sua straordinaria precisione e abilità tecnica nel redigere le carte geografiche.
I VIAGGI
James Cook intraprese tre viaggi epocali nel Pacifico (l’oceano meno conosciuto fino a quel momento) sotto il patrocinio della Royal Society e della Corona britannica. Il primo viaggio (1768–1771), a bordo dell’Endeavour, aveva lo scopo di osservare il transito di Venere da Tahiti, ma portò anche alla mappatura della Nuova Zelanda e della costa orientale dell’Australia. Cook approdò a Botany Bay, aprendo le porte alla conoscenza europea del continente australiano.
Nel secondo viaggio (1772–1775), al comando della Resolution e dell’Adventure, James Cook esplorò il Pacifico meridionale, spingendosi fino al Circolo Polare Antartico. In questa spedizione dimostrò che la mitica Terra Australis Incognita non esisteva nelle dimensioni ipotizzate, rafforzando la sua fama di esploratore audace e scientificamente rigoroso.
Il terzo e ultimo viaggio (1776–1779) portò James Cook alla scoperta delle isole Hawaii e a un’esplorazione approfondita della costa occidentale del Nord America, nella speranza di trovare il Passaggio a Nord-Ovest. Purtroppo, Cook perse la vita il 14 febbraio 1779 nella Baia di Kealakekua, Hawaii, durante uno scontro con gli indigeni locali.
I DIARI DI BORDO
Le avventure e le scoperte di James Cook sono raccontate nei suoi dettagliati diari di bordo, che rappresentano una testimonianza unica delle sue osservazioni geografiche, scientifiche e culturali. Oggi questi preziosi documenti sono disponibili alla Libreria del Mare in due volumi, curati da Franco Marenco e pubblicati da TEA. Il primo volume si concentra sul primo viaggio (1768–1771), mentre il secondo documenta il secondo viaggio (1772–1775). Entrambi i volumi sono ricchi di descrizioni affascinanti e restituiscono perfettamente l’immagine dell’uomo e del navigatore che Cook è stato.
UN’EREDITÀ PERENNE
James Cook ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’esplorazione. Le sue mappe dettagliate e i suoi diari hanno ampliato la conoscenza del mondo, ispirando generazioni di esploratori e studiosi. Se desiderate scoprire di più sulla sua vita straordinaria e le sue imprese, non potete perdere i suoi diari: una lettura che vi trasporterà in un’epoca di grandi scoperte e avventure.
Se volete dare un’occhiata al primo volume, potete cliccare qui.
Se siete incuriositi dal secondo, invece, basta cliccare qui.
Cari lettori, quello che state per leggere è un articolo dedicato a un classico della letteratura marinaresca, ma non ci stupiremmo se, questa volta, foste totalmente ignari di chi sia il protagonista dell’opera. Oggi parliamo di John Harrison, di Dava Sobel e di Longitudine, un libro che vi farà venire voglia di riscoprire la storia della navigazione.
PARTIAMO DALLE BASI
Prima di parlarvi di Harrison, di Sobel e del libro in questione riteniamo opportuno fare un breve ripasso di due concetti fondamentali in geografia e, quindi, anche durante la navigazione: latitudine e longitudine. La latitudine è la distanza angolare di un punto dall’Equatore (che, infatti, ha latitudine 0°); la longitudine è, invece, la distanza angolare di un punto dal meridiano di Greenwich.
PROBLEMI DI CALCOLO
Nel 1714 il governo britannico, che faceva della sua marina un grande vanto, si rese conto che c’era qualche problema con i sistemi di calcolo durante le navigazioni. Se, infatti, la latitudine era semplice da calcolare grazie alla posizione del Sole e della stella polare, non si poteva dire lo stesso della longitudine. Il calcolo della longitudine era impreciso, spesso errato, con conseguenze disastrose. Un calcolo sbagliato poteva, infatti, portare a naufragi e perdite umane. Per questo motivo si rese necessario trovare un metodo per misurarla correttamente. Come? Attraverso quello che oggi definiremmo un bando di gara.
JOHN HARRISON
Ed è a questo punto della storia che entra in campo John Harrison, l’orologiaio autodidatta che ha cambiato per sempre le sorti della navigazione. John, figlio di un falegname, era un grande appassionato di meccanica e ingranaggi e ne diede prova già a 20 anni quando, senza alcuna esperienza, realizzò un orologio funzionante interamente in legno. Da allora cercò di affinare sempre di più le sue capacità, finché si imbatté nel concorso indetto dal governo britannico: si offrivano ventimila sterline a chi avesse trovato un modo per semplificare e perfezionare il calcolo della longitudine.
IL PRIMO CRONOMETRO MARINO
Gli ci vollero cinque anni di studio, ma alla fine John riuscì a realizzare un cronometro marino caricato a molla in grado di calcolare anche in mare aperto l’esatta longitudine della nave sulla quale era stato installato. Tuttavia la prima versione del suo cronometro, chiamato H1, era decisamente ingombrante e pesava oltre 35 kg. Anni dopo, la versione H4 raggiunse la perfezione, ma il governo gli pagò solamente la metà del premio stabilito, imponendogli di produrne altre due copie identiche. Harrison, ormai anziano, si mise al lavoro sul modello H5 e commissionò a un collega (Larcum Kendall) la produzione della seconda copia, che sarà poi chiamata K1. Il risultato? Harrison non riscosse mai il premio per intero, ma la sua geniale invenzione cambiò per sempre la storia della navigazione: pensate che il K1 venne utilizzato persino dal celeberrimo James Cook nelle sue esplorazioni dell’Oceano Pacifico!
DAVA SOBEL
Dava Sobel, divulgatrice scientifica, ha raccontato questa storia straordinaria e incredibilmente poco conosciuta nel suo saggio Longitudine. Disponibile alla Libreria del Mare, quest’opera ci permette di conoscere a fondo la genialità di Harrison, le fatiche e gli ostacoli incontrati sul suo cammino e quanto il suo lavoro abbia cambiato la storia della navigazione.
Se volete dare un’occhiata al classico di Dava Sobel, cliccate qui.
Per saperne di più sui viaggi di James Cook, invece, potete sbirciare i suoi diari di bordo cliccando qui.
Cari lettori, come sapete alla Libreria del Mare non si trovano solo libri, ma anche carte nautiche, stampe, dipinti e un’ampia selezione di oggetti che potremmo definire sea related. In questo articolo, dunque, vogliamo raccontarvi qualcosa di un autore a cui siamo molto legati, che era anche cartografo e pittore: Emilio Delfino.
UN ECLETTICO
Emilio Delfino non si considera un artista e neanche grafico o illustratore, ma piuttosto un artigiano, nel senso alto, umanistico, della parola. Uno spirito rinascimentale, un personaggio eclettico che nella nostra era di iperspecializzazione si ostina a non separare arte e scienza, competenza tecnica e piacere dell’avventura, creatività e manualità.
Queste parole, che si possono leggere sul sito di Emilio, ben descrivono la sua personalità e il suo progetto.
LA CURA DEL DETTAGLIO
Una delle peculiarità del lavoro di Delfino era l’attenzione al dettaglio, quasi maniacale. Per la realizzazione delle sue opere, e cioè portolani, carte nautiche e diari di viaggio, Emilio non solo si metteva sempre in viaggio in prima persona, ma raccoglieva una quantità enorme di materiali di ogni tipo. Disegnava dal vero e scattava numerose fotografie in sequenza, per non perdersi neanche un particolare. Molte sue opere riportano, infatti, non solo i profili delle coste, ma anche le vedute prospettiche delle città.
I DIARI DI VIAGGIO
Esempio lampante delle qualità poliedriche di Emilio Delfino sono i suoi diari di viaggio, corredati dagli schizzi dei dipinti, dei monumenti e delle architetture che ha potuto ammirare in tutto il mondo durante i suoi viaggi per mare e per terra. Per dirlo a modo suo:
Che il viaggio si trasformi per i posteri in storia è uno di quei giochi del destino che fa sopravvivere il Diario del viaggiatore alle distruzioni che il tempo opera sulle cose
DELFINO ALLA LIBRERIA DEL MARE
Le creazioni di Delfino, ovviamente, sono esposte e conservate nei più celebri musei navali (e non solo) d’Italia e d’Europa. La Libreria del Mare è fra le pochissime botteghe che dispone di alcune sue opere in vendita. Per sapere quali, potete passare a trovarci in negozio o consultare il nostro e-commerce cliccando qui.
Le carte nautiche sono obbligatorie? Quante volte vi siete fatti questa domanda? E’ uno dei dubbi più frequenti dei nostri clienti diportisti. Il complesso apparato giuridico italiano, in effetti, non garantisce sempre l’accesso immediato alle informazioni desiderate. Vediamo di fare chiarezza!
Giovedì 21 Febbraio 2019 Alberto Coretti presenterà le storie contenute nell’ultimo numero della rivista “Sirene”. La pittrice Clelia Aglieri curerà un approfondimento sulla vita e sulle opere del cartografo Emilio Delfino. L’evento avrà luogo presso La Libreria del Mare, in Via Broletto 28 a Milano, alle ore 18.30.