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vocabolario marinaresco

Autore: carlo bardesono di rigras

Editore: lega navale italiana

ISBN: LDM1658250195

Esaurito

Descrizione

Raro esemplare della prima edizione della Lega Navale Italiana del 1932 (Anno X dell’Era Fascista) in ottimo stato di conservazione. In-8, legatura editoriale telata verde con impressioni oro al dorso; privo di sovraccoperta; 408 pp., con annotazioni a matita e penna e timbro al frontespizio (con piccolo strappo al taglio superiore), nastro adesivo coevo alle pp. 2-3, 23 illustrazioni in nero fuori testo stampate a un solo verso.

Dalla prefazione: Contrariamente all’uso io non chiamerò modesta fatica la compilazione di questo vocabolario. Per me non è stata una fatica perchè l’ho compiuta con amore e piacere. Un vocabolario marinaresco italiano è l’elenco delle parole più pittoresche della più bella lingua del mondo, e per la sua qualità di marinaresco non è soltanto un’arida filza di vocaboli. Ogni parola porta con sé il respiro e la poesia del mare dov’è nata, ed anche quelle che nacquero sui banchi dei mercanti e sulle calate dei porti, tra le astuzie e le insidie dei traffici, hanno dei buoni sapori e odori di salsedine, catrame e spezie.

Ho voluto tentare una specie di piccola enciclopedia marinara, che metta alla portata di tutte le persone di media coltura generale, le cose più semplici della vita marittima e quelle altre più complesse che purtroppo per gli italiani di terra sono ancora avvolte in un bizzarro mistero. Per meglio svelare questo mistero ho cercato, sempre che mi è stato possibile, di evitare nella spiegazione dei vocaboli, l’uso di altri termini tecnici. Pertanto io penso che due classi di persone dovrebbero astenersi dal leggere questo vocabolario: gli uomini di mare i quali sorrideranno leggendo parole come corda fune, ed i letterati che nelle numerose e qualche volta prolisse perifrasi, non troveranno qui dentro pezzi di stile… perchè… io non sono un uomo di lettere. […]

Nel corso di questa compilazione mi si è affacciato il problema: come fare ad impedire che gl’Italiani continuino ad usare certe parole che essi credono marinaresche ed italiane, e delle quali invece, talune non sono italiane, e le altre non sono affatto marinaresche? (babordotribordohublottoldascialuppa, ecc.).

Omettere queste voci grottesche non gioverebbe; quelle persone che le usano, essendo di loro natura presuntuosette, attribuirebbero l’omissione a negligenza od… ignoranza del compilatore, e continuerebbero imperturbabilmente ad usarle! E perciò ho voluto inserirle scrupolosamente tutte per avvertire che non si debbono adoperare.

Ho dato una larga ospitalità ai termini dell’attrezztura delle navi veliere, perchè io penso che fino a quando vi sarà il vento gli uomini navigheranno alla vela; ho elencato i principali termini delle macchine e tutti quelli che per il particolare adattamento di esse alla navigazione, sono usati soltanto sulle navi, ed ho cercato di non omettere alcuna voce della terminologia delle moderne armi navali. Non ho trascurato la nomenclatura degli attrezzi, ed alcuni della teoria della Nautica. Infine ho incluso molte voci usate nel traffico marittimo.

Mi è piaciuto, poi, di dar posto a qualche parola d’uso nella vita di bordo e, pensando che un vocabolario marinaresco, in Italia, può e deve essere un efficace mezzo di propaganda navale, ho cercato, nei limiti delle mie forze, di dare qua e là risalto agli elementi pittoreschi e poetici della vita di mare: non molto, ma quel tanto che può bastare ad eccitare la curiosità, accendere il desiderio di apprendere dell’altro, e magari… di navigare. […]

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